I segreti del cibo nascosti tra le righe: olio di palma e i suoi fratelli – Le aziende alimentari si affidano ai maghi del marketing, ma le etichette raccontano sempre la verità. E i consumatori devono imparare a leggerle
Le confezioni sono sempre più belle e accattivanti. Merito dei maghi del marketing e della pubblicità, sui quali le aziende dell’alimentazione hanno investito in modo massiccio. Ma cosa ci sia dentro queste confezioni, spesso, è difficile capirlo. Basti pensare all’olio di palma. C’è chi lo ha messo al bando, indicando in bella evidenza che i prodotti non lo contengono (è il caso di Mulino Bianco) e altri (su tutti la Nutella) che lo rivendicano, purché ottenuto in modo sostenibile per l’ambiente. Sia chiaro: i cibi che arrivano sulle nostre tavole sono ipercontrollati (non lo sono mai stati tanto), per cui male non fanno di certo.
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Assolti eppure colpevoli – Spesso chi dichiara cose non vere o tace sui propri patrimoni per ottenere sconti non dovuti è passibile anche di denuncia; la sua condotta diventa perciò penalmente rilevante. Ci sono però altri comportamenti che, sebbene non siano perseguibili, sono in ogni caso molto discutibili o, peggio, inaccettabili.
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Ateneo rivoluzionario – Udine 40 anni prima degli Usa – Il rettore De Toni: “In America le università leader sono quelle che non solo conquistano più pubblicazioni sulle riviste scientifiche, ma quelle che più impattano sul loro territorio. Ed è la mission scritta nello statuto di quella friulana”.
L’ateneo friulano si scopre all’avanguardia mondiale. Dagli Usa, infatti, il nuovo modello accademico di riferimento non è quello che soltanto conquista più pubblicazioni, ma è quello che fa crescere il proprio territorio di riferimento. Ed è questo che quasi quarant’anni fa fu scritto nello statuto del nostro ateneo, l’unico in Italia a essere nato per volontà popolare. Se la mission, quindi, è già attuale, l’organizzazione interna è appena stata rivoluzionata, come spiega il rettore Alberto Felice De Toni.
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La città di Udine? Impari a vendersi – Il manager Carlo Baldassi si interroga sul futuro del capoluogo e propone una ricetta per il futuro: indispensabile un piano di marketing che punti su centro commerciale naturale, arredo urbano e rivitalizzazione delle aree inutilizzate
Nei prossimi giorni, uscirà nelle librerie friulane il volume ‘Udine 1945-2000. Appunti su società, politica ed economia’, scritto dal consulente di management Carlo Baldassi, del quale trovate qui a fianco una scheda. Si tratta del primo lavoro non dedicato alla propria professione di esperto di temi aziendali. Il tema, infatti, è una breve storia del capoluogo friulano nel secondo dopoguerra. Nell’ultimo capitolo, però, l’autore – già consigliere comunale a palazzo D’Aronco negli ultimi anni del secolo scorso – offre alcuni spunti per il futuro.
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Parchi pubblici: giochi in ordine, aree pedonali e un chiosco-bar – Pordenone – Il consigliere delegato Simone Polesello anticipa le mosse dell’Amministrazione sul verde pubblico. “Il Querini aprirà a febbraio, per i Laghetti di Rorai rifaremo l’area cani e sistemeremo tutti i giochi. I profughi? Con il freddo si sono spostati, ma non abbassiamo la guardia”
Pordenone sempre più verde. Non lo dice solo la ricerca di Legambiente ‘Ecosistema urbano’ che pone la città in posizioni molto elevate. E non c’entra nemmeno il partito di appartenenza, la Lega Nord, di Simone Polesello, consigliere comunale con delega al verde pubblico. Le mosse in vista della prossima primavera riguardo ai parchi cittadini sono già iniziate.
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Da 100 anni la voce degli ultimi – Padre David Maria Turoldo nel ricordo di don Nicola Borgo, il sacerdote che l’ha conosciuto meglio e che spiega il pensiero del religioso e poeta friulano
Quando si celebrano ricorrenze importanti, che commemorano personaggi di spicco della cultura o della società, ci si interroga spesso su quale sia l’eredità che quel personaggio ha lasciato dietro di sé. La domanda, banale seppur logica, diventa fondamentale quando il personaggio in questione ha la levatura culturale e spirituale di padre David Maria Turoldo.
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Da noi nasce la grande bellezza – Le grosse produzioni continuano a scegliere i set nella nostra regione, che si conferma terreno fertile anche per piccole opere indipendenti
Il “Fvg-terra di cinema” è una realtà ormai consolidata, che vanta un indotto cospicuo in termini economici e un considerevole ritorno di immagine per la nostra regione. Merito di strategie di promozione del territorio che hanno puntato molto sulle suggestive location nostrane, apprezzate da registi, maestranze e attori. L’azione della Fvg Film Commission è stata fondamentale e ha reso possibile l’allestimento di importanti set cinematografici (ma anche di fiction tv e di spot pubblicitari) nella nostra regione.
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