Sale l’attesa per la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, atteso domani nella nostra regione. La prima tappa in calendario sarà Trieste, dove il Capo dello Stato assisterà al solenne alzabandiera in piazza Unità per il ritorno della città all’Italia (il 26 ottobre 1954). Quindi, il corteo si trasferirà a Gorizia, dove Mattarella è atteso alle 11 al Parco della Rimembranza, dove deporrà una corona al Monumento ai Caduti e un cuscino al Lapidario in ricordo dei Deportati Goriziani.
Alle 11.20, Mattarella si sposterà al Teatro Verdi, dove sarà raggiunto dal Presidente della Repubblica Slovena, Borut Pahor: i due Capi di Stato presenzieranno, quindi, alla cerimonia ufficiale con le autorità locali, aperta anche ai cittadini accreditati, nella quale rifletteranno sul tema ‘L’Europa luogo di superamento dei conflitti in occasione del centenario dell’Unione di Gorizia all’Italia’. Dopo gli interventi del sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, del primo cittadino di Nova Gorica, Matej Arcon, e della presidente della Regione, Debora Serracchiani, l’argomento sarà affrontato dal professor Georg Meyr, coordinatore del Corso di Scienze internazionali e diplomatiche dell’Università di Trieste a Gorizia. Seguiranno le conclusioni dei due Presidenti.
Sul palco del Verdi salirà anche un gruppo di alunni delle scuole elementari di lingua italiana e di lingua slovena, che canteranno i due inni nazionali in onore dei presidenti. Molti saranno gli studenti che siederanno in platea.
La visita a Gorizia si concluderà in tarda mattinata. Mattarella e Pahor raggiungeranno, quindi, Doberdò del Lago verso le 13, dove, nel Parco comunale, parteciperanno all’inaugurazione di un monumento dedicato ai soldati sloveni caduti sul fronte dell’Isonzo 1915-1917. Dopo la deposizione delle corone d’alloro, i Capi di Stato terranno i rispettivi discorsi. La cerimonia sarà introdotta dai saluti del sindaco di Doberdò, Fabio Vizintin, e di Igor Komel, del comitato promotore.
“E’ particolarmente significativo – spiega Komel – che questa cerimonia si svolga proprio a Doberdò, nel cuore del Carso Goriziano, dove esattamente cent’anni fa infuriava più forte che mai la Prima Guerra mondiale, con il suo carico di tragedie. Questo monumento è un doveroso omaggio ai giovani combattenti sloveni, che a causa degli strani disegni della storia sono stati costretti a schierarsi in entrambi gli eserciti contrapposti. La realizzazione dell’opera, ideata dall’architetto Giuseppe Cej, scolpita nella pietra carsica ha anche l’obbiettivo di valorizzare il territorio”.