Sembrava fatta nell’autunno 2012, con un Renzo Tondo che aveva tagliato il cordone ombelicale con il centrodestra romano e annunciava la svolta autonomista che avrebbe caratterizzato il secondo mandato regionale. Era pronto a una campagna elettorale senza esclusione di colpi, ma poi due altri fattori smorzarono quell’intenzione: da un lato il prepotente ritorno in scena di Silvio Berlusconi, dall’altro le indagini sul personale politico della scorsa consiliatura regionale, che dimezzarono i potenziali candidabili nella nuova lista friulanista che il governatore in cerca di un bis aveva in mente.
“Allora andò in modo diverso, ma la strategia politica era quella giusta” spiega Vanni Lenna, ex parlamentare, che insieme al governatore uscente e agli attuali consiglieri regionali sta conducendo un’operazione tesa a radicare sempre di più Autonomia Responsabile, la lista che un anno fa raccolse quasi 43mila voti (il 10,7 per cento) “mostrando un buon potenziale attrattivo per i nomi di candidati credibili e giovani amministratori che hanno interpretato bene il messaggio e che ora lo vogliono portare avanti con determinazione”.
C’è proprio bisogno di un altro partito?
“La situazione del centrodestra nazionale e regionale è caratterizzata da una grande confusione, dove nessuno dei partiti tradizionali riesce a trovare la quadratura di un’alleanza unitaria e a intercettare il bisogno di cambiamento che viceversa nel centrosinistra ha trovato una risposta con Renzi”.
Che ha trovato una stampella preziosa in Berlusconi …
“Renzi incarna un po’ quel berlusconismo della prima ora che aveva dato la speranza di cambiare l’Italia. Berlusconi stesso lo ha capito e finchè non c’è di meglio sul mercato credo sosterrà i suoi tentativi di rinnovamento ed ammodernamento della macchina dello Stato e dei sistemi economici. Intanto però già adesso si vede come Renzi sta spostando continuamente l’asticella delle promesse. I cento giorni sono diventati mille, e l’attesa continua”.
Sarà un bluff?
“Intanto noi in Regione stiamo già sperimentando da un anno un altro bluff, quello di una governatrice che qui decanta tutte le virtù dell’autonomia mentre nelle sue passerelle romane definisce la specialità come un inutile privilegio. E sul piano dell’autonomia speciale stiamo assistendo a un vistoso arretramento”.
State già pensando a costruire l’alternativa?
“Il rischio di elezioni anticipate che potrebbero vedere Serracchiani ambire ad altri palcoscenici non è da escludere. Se la legislatura dovesse essere più corta della sua durata naturale, dovremo essere pronti. Per questo già da settembre puntiamo a trasformare Autonomia Responsabile in un vero soggetto politico radicato sul territorio che sia in grado già dall’anno prossimo di dire la sua. A partire dalle amministrative. Perché prima di tutto noi siamo una lista civica, e per questo abbiamo la credibilità per rappresentare il ruolo di interlocutori privilegiati per tutte le liste civiche che credono nel rafforzamento dei principi di sussidiarietà e nella responsabilità nella gestione delle risorse e dei servizi”.
Pensate a una forza regionalista?
“Val d’Aosta e Trentino Alto Adige sono caratterizzate da forze autonomiste di grande consenso. Pure qui esiste un’identità orgogliosa che può diventare spazio politico slegato dai partiti di Roma. Per questo serve chi eserciti una forte dialettica nei confronti dei governi che calpestano le nostre prerogative. Invece perdiamo l’Ufficio scolastico regionale senza colpo ferire”.
Che tipo di organizzazione volete darvi?
“A settembre faremo una convention dove saranno presentati i referenti territoriali che poi daranno linfa al consenso nelle varie zone della regione”.
C’è già qualche nome?
“Tutti i consiglieri regionali e molti candidati che hanno ricevuto centinaia di preferenze sono della partita. Alle riunioni preliminari che abbiamo organizzato nei vari mandamenti si sono visti anche sindaci che non aspettavamo, e che hanno mostrato disponibilità ad appoggiare il progetto”.
Dipiazza sarà della partita dopo la sua candidatura alle europee con il Ncd?
“Noi comprendiamo che si sia sentito lusingato dalla candidatura alle europee, ma anche lui ha compreso che è stato un errore. Che comunque ha confermato il consenso di cui gode, che metterà di certo a servizio del nostro progetto comune”.