Il Tribunale amministrativo regionale dà ragione ad Alessandro Ciriani, presidente uscente della Provincia di Pordenone, che a titolo personale aveva presentato ricorso contro la decisione della Regione di ‘declassare’ l’ente intermedio. Il Tar ha accolto le motivazioni presentate da Ciriani e disposto di sospendere le elezioni fissate per il 26 ottobre e i relativi comizi elettorali in attesa che sulla vicenda si esprima la Corte Costituzionale.
Sulla questione, della si erano occupati gli avvocati Giuseppe Sbisà e Andrea De Col a sostegno della tesi di Ciriani, il Tar si è così espresso oggi.”Con ordinanza n. 495/2014, contestuale alla presente, è stata sollevata, in quanto ritenuta rilevante e non manifestamente infondata in parte, la questione di legittimità costituzionale di alcuni articoli della citata legge regionale, sul ricorso del Presidente uscente della stessa Provincia, in quanto ritenuta violativa di alcuni articoli dello Statuto speciale della Regione Friuli – Venezia Giulia e della Costituzione. Peraltro la data fissata per dette elezioni è troppo prossima perché il giudice delle leggi possa pronunciarsi in tempo utile, così che la questione proposta potrebbe divenire irrilevante e la sentenza inutiliter data. Di conseguenza questo Collegio ritiene, senza voler esaurire la questione sottoposta al giudice delle leggi, sussistendone i presupposti di danno grave e irreparabile e di fumus, di conciliare il controllo accentrato della Corte costituzionale con le esigenze cautelari, sospendendo interinalmente il decreto n. 12/G/2014 di indizione di dette elezioni provinciali nella sola parte in cui fissa la data delle elezioni e della convocazione dei comizi elettorali per il 26 ottobre 2014, riservandosi di esaminare nella sua interezza l’istanza cautelare alla luce della decisione della Corte costituzionale, dopo la quale detta elezione potrà nuovamente essere indetta con il sistema che sarà ritenuto costituzionalmente legittimo”.
Soddisfatto Alessandro Ciriani, che sul suo profilo Facebook ha commentato: “BELLA NOTIZIA. IL TAR HA ACCOLTO IL RICORSO DELLA PROVINCIA contro il ddl Panontin. Non so cosa farà adesso la Regione ma so che hanno fatto l’ennesima figuraccia. Una riforma NON DEVE MAI TOGLIERE IL DIRITTO DEI CITTADINI DI SCEGLIERSI E VOTARE CHI LI DEVE AMMINISTRARE. Qualche dimissione non guasterebbe”.
La replica della presidente Serracchiani e dell’assessore Panontin
La Regione ricorrerà immediatamente al Consiglio di Stato per ottenere, con provvedimento di estrema urgenza, la modifica dell’ordinanza emanata dal Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia di sospensione delle elezioni per la Provincia di Pordenone, in modo da confermare per il prossimo 26 ottobre lo svolgimento della consultazione.
“Rispettiamo la decisione autonoma del Tar – ha detto l’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin – anche se confidavamo in un pronunciamento in linea con precedenti analoghi, che hanno visto rigettati i ricorsi contro le elezioni provinciali di secondo grado, che si sono perciò già svolte in altre parti del Paese in modo sereno e senza dispute. La Corte costituzionale si esprimerà in merito, stabilendo così un principio che varrà per tutti. La nostra legge sulle elezioni provinciali, emanata in base alla potestà primaria in materia di ordinamento degli Enti locali che ci viene assegnata dallo Statuto di Autonomia – ha ricordato Panontin – è del resto perfettamente in linea con la legge nazionale Delrio sul nuovo assetto delle Province”.
“La strada che abbiamo impresso al processo di riforma delle Autonomie locali – ha concluso Panontin – non cambierà. Siamo convinti che la nostra Regione abbia assoluta necessità di un sistema più semplice, efficiente ed efficace basato su Comuni e Regione e sul superamento delle Province, così come sì è espresso con voto unanime il Consiglio regionale all’inizio di quest’anno.
“Confidiamo in un provvedimento immediato del Consiglio di Stato”, ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani. “Gli organi della Provincia di Pordenone – ha aggiunto – sono infatti scaduti nel marzo di quest’anno e c’è un preciso interesse pubblico da parte dei cittadini al pieno funzionamento della Provincia, con organi rinnovati e legittimati”.
Mara Piccin (Lega Nord): “Rivedere l’intera riforma degli enti locali”
“Accogliendo il ricorso del presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, il Tar ha provvidenzialmente stracciato una riforma delle Province poco logica e lesiva dei principi democratici. Inutile polemizzare con la Giunta regionale. Chiedo, alla luce di questi ultimi sviluppi, di rivedere l’impianto complessivo della riforma degli Enti Locali, per evitare l’effetto grottesco di aggiungere un pastrocchio a un altro”. Così la consigliera regionale Mara Piccin nel commentare un giudizio che “consente alla Regione di migliorare una riforma raffazzonata e poco convincente. L’aspetto che mi preme più di ogni altro è che venga riconosciuto al popolo sovrano il diritto di scegliere i propri rappresentanti. La riforma, così com’era stata presentata, pareva rispondere ad altre logiche, ma presentava evidenti criticità. Precipitarsi a colpevolizzare la Giunta o l’assessore competente è, oggi, esercizio semplice ma
sterile: io chiedo di rivedere anche la riforma degli enti locali, che prevede le Unioni dei Comuni, affinché venga presentata una bozza unica, ragionevole, che garantisca i principi della democrazia e consenta, naturalmente, di tagliare i rami secchi. Evitando, ovviamente, di segare anche il tronco dell’albero, rischio che si corre quando si vuole correre troppo”. Chiosa la consigliera: “Da pordenonese, esprimo sincera soddisfazione nel vedere che la mia Provincia non è divenuta un capro espiatorio. Pordenone è la provincia locomotiva di questa regione, non la vittima designata. Questo principio è prioritario”.
Barbara Zilli (Lega Nord): “Stop al poltronificio”
“La Giunta regionale voleva trasformare le Province, partendo dal fortino inespugnabile di Pordenone, in un poltronificio del Pd e dei partitini che si genuflettono al cospetto dei democratici. Il Tar ha fatto saltare il giochino e ha, soprattutto, salvaguardato i più elementari principi di democraticità e rispetto della volontà popolare”. Così Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, nell’esprimere “soddisfazione per una sospensiva imposta dal Tar a una mostruosità normativa che serviva a consegnare la Provincia di Pordenone al centrosinistra con un colpo di mano mascherato. In attesa della Corte costituzionale, prendiamo atto che la Giunta Serracchiani ha violentemente sbattuto contro i capisaldi della legge. “Il delirio di onnipotenza può giocare brutti scherzi. Il Pd, a Roma come in Friuli Venezia Giulia, pensa di poter piegare la legge alla propria ambizione. La presidente Serracchiani pretendeva di calpestare la volontà popolare e conquistare il fortino pordenonese con una leggina ad hoc. “Adesso esigiamo che le riforme degli enti locali vengano riviste e corrette, partendo dal presupposto che la volontà popolare deve sempre essere la stella polare per le istituzioni. “Se le Regioni fossero commissariate con i conti in rosso nella sanità e si applicassero realmente i costi standard, troveremmo una soluzione reale a molti problemi e finiremmo di mettere le Province sul banco degli imputati, usandole come vittime sacrificali”.
Riccardo Riccardi (Forza Italia): “Troppa superficialità da parte della Regione”
“Le elezioni indirette per la Provincia di Pordenone, frutto di una cattiva e frettolosa riforma, non potevano che subire questo stop da parte della giustizia amministrativa”. E’ questo il pensiero di Riccardo Riccardi, capogruppo di FI in Consiglio regionale, che definisce la decisione del Tar di bloccare le elezioni del 26 ottobre prossimo “un segnale inequivocabile di come la legge della finta abolizione delle Province sia inadeguata a rappresentare quel cambiamento narrato a parole dalla presidente Debora Serracchiani”. Prosegue Riccardi: “Rimane sconfortante il fatto che tutto ciò poteva essere evitato se la Giunta regionale avesse recepito le tante obiezioni che sono state mosse dall’opposizione, per non parlare dei tentativi del presidente uscente, Alessandro Ciriani, di allacciare un dialogo con l’assessore regionale competente, che alla luce di questo pronunciamento del Tar definirei incompetente. E proprio al presidente Ciriani va riconosciuto da una parte di aver subito il tentativo di siluramento politico messo in atto dal centrosinistra per rimuoverlo dalla guida della Provincia, dall’altra di non essersi arreso avviando un’azione giudiziaria che oggi gli ha dato ragione. A tal riguardo, rinnoviamo il monito alla Serracchiani di procedere con maggiore ponderatezza nell’affrontare la prossima legge sugli enti locali, perché la superficialità e l’approssimazione, proprie di chi per motivi di immagine insegue la fretta, non risolvono i problemi dei cittadini ma li complicano”.
Alessandro Colautti (nuovo Centro Destra): “Atto dettato da furore politico”
“Lo stop del Tar è la dimostrazione di quanto avevo sostenuto ad inizio legislatura in occasione di una riunione dell’UPI organizzata nella sede della Provincia di Pordenone, presente la Regione, dove avevo sollevato il problema di costituzionalità se la Regione avesse deciso di declassare le Province a Enti di secondo livello attraverso una legge ordinaria”. Ad intervenire sulla pronuncia del Tar con cui il tribunale ha rinviato il giudizio alla Corte Costituzionale è il capo gruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio Regionale FVG, Alessandro Colautti. “Su questa linea, infatti, il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità nel gennaio scorso il progetto di legge nazionale per le modifiche allo Statuto tra cui l’abolizione delle Province che è stato presentato al Parlamento con la richiesta di avviare l’iter costituzionale. Aver voluto eliminare la Provincia di Pordenone con una legge ordinaria, di fatto decostituzionalizzante in quanto ha impedito ad un Organo elettivo a democrazia diretta di andare al voto senza la necessaria modifica costituzionale, è stato un atto, purtroppo, dettato da un furore di carattere politico che non fa onore al percorso riformatore che si è intrapreso. Lo stop del Tar ne è la dimostrazione”.
Upi: il neopresidente Pietro Fonatanini: “La Regione non proceda frettolosamente adesso”
Giornata importante quella di oggi per le Province del Fvg. La decisione del Tar Fvg, resa nota nella tarda mattinata, che ha accolto il ricorso contro la legge regionale 2/2014 presentato da Alessandro Ciriani, presidente della Provincia di Pordenone e dall’Upi Fvg, Unione delle Province del Fvg, è stata salutata positivamente dai Presidenti e dai rappresentanti degli Enti di area vasta riuniti proprio oggi a Vito D’Asio per l’assemblea regionale. “Un segnale importante” ha commentato il presidente Ciriani nel ricordare che “il senso più profondo della sentenza è che nessuna riforma può essere varata privando il cittadino del proprio diritto a scegliersi chi lo deve amministrare e quindi a poterlo votare”.
Soddisfazione nelle parole del presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini che proprio oggi si è insediato alla guida dell’Upi Fvg subentrando a Ciriani. “Un pronunciamento significativo quello del Tar Fvg sulla legge 2/2014 già bocciata dal Cal che, all’interno del testo, aveva individuato vizi e lacune. Di questa decisione, ora, la Regione Fvg dovrà obbligatoriamente tenere conto e non procedere frettolosamente. Altrimenti anche il riordino degli enti locali rischia lo stesso percorso. Quindi invito l’assessore Panontin a non essere precipitoso: lacune e inesattezze sono dietro l’angolo”.
“Prendiamo atto dell’ordinanza del Tar – ha affermato la presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat – che rinvia alla Corte Costituzionale la decisione ultima. Auspico che sulla riforma di riordino degli enti locali ci sia da parte della Regione la disponibilità e la possibilità di riflettere sul dispositivo. L’invito è a non aver fretta nel confezionare una riforma che tutti riteniamo necessaria ma che vista la portata richiede tempi e confronti”.
Per il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta “la sentenza è giusta. Ha fermato il mercato di nomine che già si era costruito. Mi auguro che sia l’inizio di una nuova stagione di confronto tra le Province e la Regione”.
Il ricorso è stato presentato a seguito dell’emanazione del decreto dell’assessore regionale Paolo Panontin che fissava per il 26 ottobre la convocazione dei comizi elettorali per le elezioni di secondo livello della Provincia di Pordenone. A presentare l’istanza al Tar per Ciriani e per l’Upi Fvg sono stati gli avvocati Mario Bertolissi (costituzionalista di origini friulane, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Padova), Giuseppe Bergonzini e Giuseppe Sbisà. L’udienza si è tenuta mercoledì 8 ottobre.