Un importante intervento a favore del territorio pordenonese, dei diritti alla salute dei suoi cittadini e delle prospettive professionali e di ricerca, è stato condotto ieri in Senato da Luca Ciriani, che ha sottolineato la posizione del partito Fratelli d’Italia circa il precariato di migliaia di ricercatori impiegati negli Istituti di ricovero e cura italiani a carattere scientifico e in particolare la situazione di quelli operanti all’interno di un centro d’eccellenza come l’Irccs Cro di Aviano, incontrati più volte dal Senatore.
La situazione è analoga per centinaia di professionisti precari in molti ospedali e Istituti italiani (ad es. l’Istituto neurologico Carlo Besta, l’Istituto Giannina Gaslini, l’Ente Ospedaliero Specializzato in Gastroenterologia Saverio de Bellis…), per i quali il Senatore Ciriani sottolinea che “si tratta di personale molto qualificato con lauree e specializzazioni internazionali, che risultano precari da molti anni e che non hanno ancora ricevuto una risposta o una garanzia di prosecuzione di impiego. Alla fine di quest’anno, infatti, ancora non sanno se l’anno prossimo avranno ancora il loro posto di lavoro”.
L’anno scorso, con degli emendamenti approvati all’interno della legge di stabilità, il governo precedente si impegnò a una stabilizzazione di queste professionalità attraverso la cosiddetta ‘piramide della ricerca’. “Tuttavia questa stabilizzazione – aggiunge sempre il Senatore – dalla natura essa stessa precaria, non è mai stata approvata poiché non sono mai stati approvati i decreti attuativi. Si trattava di per sé di una soluzione molto incerta e penalizzante, al limite dell’umiliazione, sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista retributivo”.
È a tutti chiaro che, senza l’apporto determinante di questi profili, la ricerca stessa viene conseguentemente interdetta e, con essa, la prevenzione e il livello di eccellenza raggiunto nella ricerca scientifica soprattutto in campo oncologico dal nostro Paese. Conclude Ciriani: “La settimana prossima saremo chiamati ad approvare la legge che istituisce il “registro tumori”; mi chiedo come si potrà legiferare in merito, se noi non garantiamo certezza ai ricercatori. Queste persone chiedono semplicemente la dignità che nasce dal lavoro e chiedono di non subire l’umiliazione di doversi rivolgere alla ricerca privata, di cercare un altro lavoro o di dover abbandonare il nostro Paese, bruciando così una vita intera dedicata allo studio e alla ricerca”.