La privacy è un diritto, ma di chi? Come abbiamo riportato la scorsa settimana, sull’archivio atti del sito del Comune di Udine sono pubblicati i dati personali di molti cittadini. Nomi e cognomi, ma anche data e luogo di nascita, residenza, codici fiscali, Iban del conto corrente e filiale in cui è stato aperto il conto. Si possono trovare i nomi di chi non ha pagato l’Ici ed è soggetto a riscossione coatta e quelli cui è stata concessa la rateizzazione dei debiti o delle sanzioni. Compaiono anche i nomi dei minori, cui i genitori non hanno potuto pagare i servizi scolastici, dalla retta dell’asilo nido alla mensa. Insomma, alla berlina sono messi soprattutto i poveracci. Il sindaco Furio Honsell, però, sottolinea come “il confine tra privacy e trasparenza è molto sottile. Le regole sono tante. Prima di parlare, bisogna esaminare i casi specifici”. E i casi specifici non mancano. Basta aprire i documenti pubblicati sul sito del Comune. “Proprio questo è il punto – spiega il sindaco -. In passato, i dirigenti non inserivano negli archivi gli allegati. Oggi, i documenti software offrono tutta una serie di dati che sfuggono ai controlli”. D’altra parte, il primo cittadino ha riunito immediatamente i dirigenti proprio per chiedere la cancellazione dall’archivio atti di tutti i dati in eccesso.
“Ho chiesto di fare un controllo capillare. D’altra parte, bisogna chiarire che le multe iscritte a ruolo sono un fatto pubblico, per cui possono essere pubblicate. Non dovrebbe comparire la richiesta di rateizzazione. Insomma, lo ribadisco, il confine è labile”.
I minori, però, dovrebbero essere protetti dall’anonimato. Il Garante considera insufficiente per mantenere la privacy anche l’usanza di mettere al posto del nome le iniziali. Eppure, sul sito del Comune di Udine, aprendo i documenti, i nominativi si trovano per esteso.
“D’altra parte – continua Honsell – le agevolazioni sociali che garantisce il Comune sono un fatto pubblico, e possono, quindi, essere rese note”. Anche nel caso in cui si tratti del mancato pagamento del nido, sicuramente un’agevolazione per le mamme che lavorano.
Sanzione sospesa
“L’archivio va sicuramente adeguato -conclude il sindaco -. Ho chiesto un controllo, spero venga effettuato in tempi brevi”. Basterà a sollevare il Comune dal pagamento della multa di 14mila euro? L’Autorità garante ha sanzionato, infatti, Palazzo D’Aronco, per il suo eccesso di trasparenza. Non soltanto il Comune sembra ignorare le linee guida sulla privacy del 16 giugno 2014, ma non ricorda che una delibera deve essere esposta all’albo pretorio per una settimana, dopo la quale non deve essere più on line.
Per quanto riguarda la multa, il sindaco è chiaro. “Vedremo se sarà commutata, o se si ravvisa solo un’irregolarità”.