Il Ministero degli Esteri, nell’ambito del taglio dei costi, ha deciso la chiusura di 14 consolati all’estero. Si tratta di quelli di Sion, Neuchatel, Wettingen, Tolosa, Alessandria, Scutari, Spalato, Mons, Timisoara, Newark, Adelaide, Brisbane, Capodistria (nella foto) e Amsterdam. Due di loro, in particolare, si trovano, rispettivamente, in Slovenia e Croazia, dove vivono le comunità di cultura veneta.
Contro questa decisione si scagliano i rappresentanti degli esuli.
“Si tratta – dichiara Michele Pigliucci, presidente nazionale del Comitato 10 febbraio – di una decisione miope sia per ovvie motivazioni di carattere storico, sia per ragioni di carattere geopolitico: quelle terre sono ancora abitate da un gran numero di italiani, e la lingua italiana è un elemento autoctono della regione. È assurdo pensare che non ci siano nostre rappresentanze diplomatiche.
La vocazione strategica dell’Italia è quella di porsi come punto di riferimento culturale ed economico nell’area dell’Alto Adriatico e nella regione dei Balcani: chiudere i consolati nelle terre dove l’Italiano è la seconda lingua rappresenta una scelta incomprensibile che, per risparmiare qualche euro, rischia di avere gravi ricadute sulla nostra capacità di difendere la cultura italiana nel mondo”.