“Fare fronte comune per convincere chi governa a incrementare i fondi per le università (la spesa per l’istruzione, che nel 2010 rappresentava il 3,9% del Pil, è già calata al 3,7% e nel 2020 è previsto scenda addirittura al 3,5%); prestare massima attenzione alla modulazione dei parametri premiali; sollecitare il decreto attuativo dell’articolo della riforma del 2010, che prevede la revisione del numero chiuso dei corsi di medicina e chirurgia sulla base delle effettive esigenze del territorio. La nostra regione produce infatti meno medici di quelli che servono, mentre in altre realtà succede l’opposto”. Sono le proposte che Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, ha presentato all’incontro ‘Per una nuova primavera dell’Università’ organizzato all’ateneo di Udine, presenti il rettore della struttura friulana Alberto Felice De Toni e quello di Trieste Maurizio Fermeglia.
“Quest’anno – spiega Pittoni – il Fondo di finanziamento dello Stato per il sistema universitario è stato ulteriormente tagliato. Così che i nostri atenei non hanno potuto godere dell’aumento della quota premiale del Ffo, pur passata dal 18 al 20%. Quando la nostra riforma sarà a regime (si spera nel 2018), l’intero Fondo di quasi 7 miliardi verrà distribuito con criteri per il 70% oggettivi (costi standard) e per il 30% premiali, come nei Paesi più avanzati. Ma se – come quest’anno – si tolgono risorse o i parametri utilizzati non premiano concretamente il merito, alla fine restano penalizzati anche i bravi e ci facciamo male tutti, perché un Paese che non investe nell’istruzione è senza futuro”.