Il Comitato a difesa dell’Ospedale San Michele di Gemona continua la sua battaglia. E denuncia: “Chiunque abbia usufruito delle strutture in questi giorni, si sarà accorto dei lavori strutturali in corso che, ogni settimana, fanno modificare percorso agli utenti. Negli ultimi anni, svariati ambulatori hanno cambiato continuamente ubicazione, sempre accompagnati da lavori di ristrutturazione. Intanto, al loro posto, fioccano uffici amministrativi”.
“Si riducono gli orari di presenze specialistiche, vengono rinviate le visite, varia l’ubicazione della guardia medica, mentre gli utenti vagano disorientati, suonando un campanello o l’altro. E mancano i medici nel punto di primo intervento: ad agosto se ne andranno due delle tre dottoresse oggi presenti, che hanno resistito alla ecatombe della riforma Serracchiani-Telesca”, continuano dal Comitato.
“Riceviamo quotidianamente segnalazioni di disagi, dagli utenti e dal personale, totalmente demotivato. A questo punto”, continuano, “pretendiamo interventi e risposte chiare dalla politica regionale che, in campagna elettorale, ha preso l’impegno di mettere fine all’eutanasia ai danni del San Michele, l’unico ospedale totalmente antisismico della Regione. Un tempo gioiello della sanità montana e pedemontana, oggi il monumento di assurde scelte politiche”, concludono dal Comitato a difesa dell’Ospedale.