La Conferenza dei Sindaci della Bassa friulana e dell’Isontino boccia il bilancio dell’Aas2. Un risultato che deriva dal malcontento di una parte dei comuni i cui ospedali hanno perso funzioni per via della riforma sanitaria. La votazione, che ha coinvolto amministratori locali in rappresentanza dell’86 per cento della popolazione interessata, ha visto una prevalenza dei no, il 50 per cento, contro il 40 per cento dei sì.
Per il sindaco di Latisana, Daniele Galizio, il risultato non è stato altro che un dato politico per evidenziare quelle che sono le lacune della riforma sanitaria che ha messo insieme due territori disomogenei tra loro che hanno sempre gravitato in parte su Udine e su Trieste. “L’organizzazione si è rivelata fallimentare”, spiega Galizio, che snocciola dati sull’attività dell’ospedale di Latisana, dove è stato sospeso il punto nascita. “Il risultato è che dei 500 parti all’anno, solo 56 si sono spostati a Palmanova, 200 sono andati a San Vito al Tagliamento e il rimanente in Veneto. In sostanza la nostra regione ha perso in attrattività da parte dei vicini di casa. Sono calati anche i ricoveri nell’area ostetrico ginecologica: 300 in meno a Latisana e 200 in meno a Palmanova”.
“La nostra non è una battaglia contro Monfalcone o Gorizia” conclude Galizio, “ma vogliamo fare presente per l’ennesima volta che è stato un errore mettere insieme aziende sanitarie con vocazioni diverse.
Per il sindaco di Palmanova, Francesco Martines, che è stato eletto presidente della Conferenza dei sindaci, “il dato rilevante non è il voto sul piano attuativo locale, bensì l’approvazione all’unanimità del regolamento e delle cariche, che consentono di avere un organismo unificato funzionante. La conferenza dei sindaci non è un organismo politico, ma ha il ruolo di supportare, stimolare criticare e soprattutto controllare l’azienda sanitaria”.
E chiarisce che la stessa conferenza non ha valutato un bilancio economico finanziario, che per la prima volta è in pareggio da quando è nata la fusione di due aziende sanitarie, ma un piano attuativo tecnico. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, Martines – per il quale rimangono valide le linee strategiche dell’azienda sanitaria – rimarca che “si sta trasferendo la pratica dell’infermiere di comunità dalla Bassa all’Isontino, si stanno aprendo i Centri di assistenza primaria in modo da decongestionare i pronto soccorso e sono previste 131 nuove assunzioni di personale sanitario, che si aggiungono alle cento dello scorso anno”.
Ma, al di là dei numeri e dell’operatività, Martines punta soprattutto sul ruolo che deve avere la Conferenza dei sindaci nell’ambito del Piano attuativo locale ed evidenzia i contenuti del documento da presentare in Regione, in cui la stessa assemblea avanza tre richieste fondamentali per il futuro dell’azienda: “Aumentare gli investimenti per la sicurezza e la messa a norma delle strutture, raddoppiare a 7 milioni di euro le spese in tecnologia, il coinvolgimento in anticipo nella stesura del Pal 2018 e riavvicinare i momenti di verifica con una condivisione ogni 4 mesi o almeno ogni sei”.