Nuovo sopralluogo del sindaco di Monfalcone, Anna Cisint, assieme all’assessore ai servizio socio-sanitari, Sebastiano Callari, all’ospedale San Polo. Un sopralluogo che è servito per valutare lo stato dell’arte, ma anche per consegnare al nuovo direttore generale, Antonio Poggiana, accompagnato dal nuovo direttore sanitario, Lidia Di Stefano, un documento in cui vengono espresse necessità, urgenze e richieste per la sanità monfalconese, grido d’allarme, proveniente sia da cittadini in crescente difficoltà nell’accesso ai servizi che dagli stessi lavoratori della sanità, sempre più costretti a far fronte a carenza di risorse, di personale qualificato ed in crisi di motivazioni nei confronti della delicata attività che sono chiamati ad esercitare. Dodici punti che presentati all’Ass 2 partono dall’auspicio che ci sia “un rinnovato e proficuo rapporto di collaborazione in cui Amministrazione comunale ed Azienda sanitaria discutano, sulla base dei bisogni, le linee di programmazione e gli interventi più idonei per dare risposte veloci ed efficaci ai nostri cittadini. A tale scopo riteniamo, ritrovando in questo l’accordo della direzione aziendale, che l’ospedale San Polo possa e debba avere le caratteristiche, per il suo bacino d’utenza, la sua centralità geografica, la consolidata casistica e le competenze tecniche, l’ospedale di riferimento dell’azienda, una sorta di piccolo Hub a cui gli altri nosocomi possano far riferimento”.
Il documento è stato consegnato con una certa urgenza, considerando che è in fase di compilazione il PAL, Piano Attuativo Locale 2018 che verrà successivamente presentato all’assemblea dei sindaci del territorio per l’approvazione. “Prima di questa fase crediamo che debbano essere inserite nel Pal le nostre richieste e deve essere chiaro che noi non cederemo: prima di chiedere a noi ulteriori tagli” sottolinea Cisint, “si chiedano ad altre realtà come i potentati universitari. Non vogliamo che il territorio sia ulteriormente defraudato perché i cittadini del territorio monfalconese hanno gli stessi diritti di altri cittadini della regione”. “E si deve capire che il territorio di Monfalcone è una realtà estremamente complessa e vasta”, ha aggiunto Callari, “con esigenze particolari non solo del territorio, ma per l’eterogeneità della persone che vi abitano”.
Esempio lampante di ciò è il fatto che il pronto soccorso diventa spessa l’unico punto di riferimento in caso di necessitò per migliaia di persone che, non risiedendo in città ma essendovi solo di passaggio, non hanno il medico di base: nel 2017 sono stati 33.000 gli accessi, contro i 29.000 del 2016. “Un pronto soccorso che non è certo adeguato alle necessità. Qualcosa si è iniziato a vedere”, ha aggiunto Callari, “ma è ancora poco. Diamo atto a questa direzione che è disponibile all’ascolto, ma oltre a ciò chiediamo risposte concrete”.
Il direttore Poggiana ha confermato la prosecuzione del percorso di ascolto e confronto con l’amministrazione locale e ha confermato che si sta lavorando per risolvere le problematiche presenti, come la conferma del servizio di endoscopia sulle 24 ore, la riorganizzazione delle sale operatorie, lo sviluppo della pneumologia “servizio che proprio per le patologie asbestocorrelate diventa essenziale” e il potenziamento della Rsa.
L’atto di indirizzo articolato in dodici punti, impegna l’AAS N.2 ‘Bassa Friulana-Isontina’ e la direzione strategica, tra l’altro a “completare al più presto il processo di riorganizzazione dell’offerta chirurgica ed ortopedica, definendone le peculiarità e specificandone le particolari attitudini assistenziali, implementando le risorse mediche delle due strutture complesse in costante sofferenza per carenza di organico”, ma anche a “potenziare le risorse e l’attività di anestesia e rianimazione non sempre in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni della sala operatoria e prevedendo già da subito di indire il concorso per il nuovo direttore della struttura complessa”. Chiede anche il completamento dell’organico infermieristico ed assistenziale delle sale operatorie allo scopo di utilizzare le sale operatorie e le risorse chirurgiche al meglio prevedendone anche utilizzi pomeridiani; aumentare di almeno 2 unità mediche l’organico di cardiologia; indire al più presto il concorso per la copertura del posto di direttore di Oncologia; valorizzare mediante acquisizione di nuovi spazi assistenziali, il centro diabetologico, una delle eccellenze del San Polo, vero riferimento regionale per la diagnosi e cura del piede diabetico. Si chiede di “monitorare l’attività del pronto soccorso, vera e grande criticità del nostro ospedale che sconta certamente un afflusso a volte inappropriato e causato da un’utenza variegata e disomogenea dovuta alla presenza di numerosi lavoratori stranieri e trasfertisti che non avendo adeguata assistenza nel territorio si rivolgono al pronto soccorso. Fondamentale inoltre, a nostro avviso – cita ancora il documento -, rivedere l’intero piano delle emergenze ripristinando la presenza dell’auto medica nelle 24 ore e l’acquisizione di ulteriori figure professionali fra il personale dipendente e non affidare le unità di soccorso a personale esternalizzato o volontario”. Non viene dimenticato il Crua a cui ancora una volta si chiede venga dato giusto valore, “mentre ora è una scatola semivuota con una dignità più simile ad uno sportello che ad un centro di riferimento”, né la necessità di sviluppare una giusta sanità territoriale, incrementando il numero di infermieri dedicati all’assistenza domiciliare integrata, facendo partire in tutti i territori il progetto dell’infermiera di comunità “e rendendo finalmente operativa l’integrazione socio-assistenziale”. Viene chiesto anche di accelerare i processi di progettazione e realizzazione delle opere edilizie, necessarie alla sistemazione degli spazi in cui verrà posizionata la nuova Risonanza Magnetica: il direttore Poggiana confermando i fondi a disposizione ha annunciato che potrebbe essere definitivamente collocata appena nei primi mesi del 2019.