“La Regione si attivi immediatamente per porre rimedio e riportare alla normalità le incongruenze e gli enormi disagi per gli utenti della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Npia) dell’Aas3 Alto Friuli – Collinare – Medio Friuli”. A chiederlo il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli che ha presentato un’interrogazione sul tema alla presidente Serracchiani e all’assessore Telesca.
“La riforma sanitaria regionale – rileva Novelli – prevede che in ogni Distretto siano assicurate le funzioni di neurologia dello sviluppo relativamente alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi dello sviluppo e dei disturbi neurologici e neuropsicologici in età evolutiva, nonché salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza (0-17 anni) relativamente alla diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi psichici dei bambini e degli adolescenti”.
“Nonostante questo molti genitori, in particolare dal territorio dell’Aas3, si sono lamentati delle disfunzioni nel percorso diagnostico e nella presa in carico di bambini e adolescenti con disturbo dello sviluppo. In pratica i percorsi che vengono attuati presso l’Aas3 sono meno strutturati e meno aderenti alle linee guida nazionali rispetto a quelli ormai omogenei, attuati presso le altre Aas”.
“Scendendo nei particolari – prosegue l’esponente di Forza Italia – dalle segnalazioni dei genitori pare di poter evincere che spesso bambini in età prescolare con ritardo di linguaggio non vengono seguiti con trattamento logopedico, ma solo psicomotorio, senza spiegazioni, o con giustificazioni che appaiono non corrette in base alle linee guida per la presa in carico dei disturbi considerati. Oltretutto bambini con disturbi dello sviluppo e sospetto autismo vengono seguiti con percorsi generici e poco intensivi e la diagnosi di autismo non viene effettuata, o viene addirittura negata, dopo che i genitori si sono rivolti autonomamente ai servizi di Npia dei centri Hub del territorio (Udine o Trieste) per avere un secondo parere”.
“Ma non finisce qui. Non è chiaro, infatti, se nel territorio dell’Aas3 i disturbi dello sviluppo ed i disturbi neurologici e psichiatrici in età evolutiva facciano capo alla Struttura Organizzativa Complessa (Soc) di Npia, e sono seguiti quindi durante il percorso da un’equipe integrata che prevede la presenza a tempo pieno delle diverse figure professionali necessarie per la diagnosi multidimensionale (neuropsichiatra, psicologo, logopedista, terapista della neuropsicomotricità, fisioterapista, educatore), come prevede la legge regionale sulla sanità, e com’è stato attuato, ad esempio, nell’Aas2. Si segnala, inoltre, che l’Aas2 ha 5 medici neuropsichiatri, uno per Distretto ed un direttore di Soc, mentre l’Aas3 ne ha uno solo e pare non intenda assumerne altri”.
“Stando alle numerose segnalazioni – afferma ancora Novelli – i bambini e gli adolescenti con sospetto disturbo dello sviluppo, disturbo psichico o neurologico vengono inviati e seguiti presso l’equipe dell’handicap. Equipe che dovrebbe occuparsi dell’integrazione sociosanitaria delle persone con disabilità certificata in tutte le età della vita e non del percorso di diagnosi e cura. Nel percorso diagnostico terapeutico spesso non è prevista nemmeno la presenza del medico neuropsichiatra, oppure il medico viene chiamato in consulenza da altre Aziende solo per formalità relativa alla certificazione per la disabilità. Il percorso diagnostico viene, quindi, attivato direttamente da riabilitatori e psicologi senza una visita neuropsichiatrica che ponga la diagnosi clinica iniziale”.
“Da parte di tutto il territorio regionale giungono, inoltre, segnalazioni su tempi di attesa lunghissimi tra la telefonata dei genitori e la prima visita per problemi neurologici, psichici e di sviluppo; ulteriori tempi biblici si verificano tra la prima valutazione e la reale presa in carico riabilitativo terapeutica per la grave carenza del numero di riabilitatori assunti sul territorio, senza contare il fatto che nelle situazioni di gravità, di urgenza e di crisi non è prevista l’osservazione e la presa in carico in regime diurno presso il servizio di Npia, come invece accade per gli adulti”.
“Chiedo, quindi, alla giunta – conclude Novelli – per quali ragioni non esista una rete omogenea e competente che dia pari opportunità ai bambini ed agli adolescenti su tutto il territorio regionale e quante risorse sono necessarie per attuare quanto previsto dalla legge”.