Abbiamo chiesto chiarimenti all’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, come sempre molto disponibile. Per Telesca i ritardi delle ambulanze vanno tuttavia valutati alla luce della progressiva diminuzione dei tempi di intervento registrati in molte aree della regione e dell’impegno profuso per migliorare la presenza sul territorio dei mezzi di soccorso, soggetta a costante revisione.
Le ambulanze arrivano in ritardo, o meglio si sono allungati i tempi. Dobbiamo preoccuparci?
“I dati statistici vanno letti correttamente. E’ vero che ci sono sforamenti rispetto ai tempi standard, ma quello che conta è la misurazione dei tempi medi, che invece sono migliorati e continuano a scendere. Per esempio, se prendiamo in considerazione il territorio della Carnia notiamo che la velocità dell’intervento è sostanzialmente aumentata”.
Molto dipende da come sono dislocate le ambulanze e il loro numero. Quanti sono attualmente i mezzi di soccorso?
“Sono 46, grazie all’arrivo di quattro nuove unità. Il servizio è stato rinforzato in Carnia e ad Azzano Decimo, mentre abbiamo provveduto a spostare un’ambulanza da Cividale a San Pietro al Natisone per garantire tempi più ridotti nelle Valli. Stiamo costantemente verificando l’andamento degli interventi e in futuro provvederemo dove necessario a spostare altri mezzi, tenendo conto anche di contingenze locali, come nel caso dei lavori sull’autostrada. E’ emerso per esempio che il servizio va rafforzato nella Bassa Friulana. A breve la questione sarà valutata in sede di Comitato regionale per l’emergenza-urgenza al fine di apportare modifiche e implementazioni”.
Esiste un problema di anzianità dei mezzi?
“Il parco attuale è in buone condizioni, anche perché sono stati sostituiti molti mezzi e non abbiamo evidenze in tal senso. E’ possibile che ci sia ancora qualche ambulanza con parecchi chilometri, ma molto dipende anche da cosa decidono le singole aziende sanitarie”.
Quanto incide lo stato della viabilità? Avete riscontrato problematiche particolari?
“Non abbiamo segnalazioni tali da creare allarme. Nel corso dell’incontro avvenuto a Palmanova la scorsa settimana è emerso che il problema maggiore riguarda gli spostamenti lungo l’asse autostradale. Su questo come già detto stiamo provvedendo”.
Il numero telefonico dedicato ai codici bianchi sta suscitando qualche perplessità. Ovvero, come fa un utente a decidere se il suo problema sia urgente o meno?
“Abbiamo semplicemente accelerato sul cronoprogramma attivando un numero dedicato ai codici bianchi, già previsto dalla riforma. Non si tratta di lasciar decidere al cittadino se il suo caso sia urgente o meno: questo servizio serve semplicemente a sgravare dalle chiamate non necessarie il Numero unico delle emergenze. Se il cittadino è consapevole del fatto che si tratta di una questione di poco conto può chiamare il nuovo numero, ma questo servizio e quello delle emergenze saranno comunque collegati, per cui se si telefona alla centrale dedicata ai codici bianchi e l’operatore rileva criticità la chiamata sarà immediatamente smistata al servizio più adatto. Credo sia importante spiegare ai cittadini come usare nel migliore dei modi i servizi a disposizione, che si tratti del medico di famiglia, del Centro di assistenza primaria o del telefono per i servizi sanitari non urgenti. Abbiamo a che fare con un’organizzazione complessa che cerca di fornire le risposte più adeguate. E’ noto che molto spesso ci si rivolge al Pronto soccorso o si chiama il Nue pur in assenza di gravi problemi. Il nuovo numero e la collaborazione tra medici resa possibile dai Centri di assistenza primaria, sono un modo per fornire una risposta capillare. Nessuno ovviamente pretende che chi ha un problema urgente non si rivolga ai Servizi, ma tutt’ora troppe chiamate al 118 hanno poco a che fare con una reale emergenza e finiscono per congestionare il servizio. E’ un lavoro che richiede tempo e molta dedizione e stiamo facendo del nostro meglio per migliorare”.