Sarà ‘Il barbiere di Siviglia’ di Gioachino Rossini, una delle opere più celebri, citate, copiate, conosciute della storia, a segnare, sabato 29 ottobre (in scena alle 20.15), il ritorno della lirica sul palco del Teatro Verdi di Pordenone, dopo tre anni di assenza. A 200 anni dalla sua prima rappresentazione – il 20 febbraio 1816 quando fischi e contestazioni accolsero quella che sarebbe diventata ben presto l’opera italiana più rappresentata in assoluto nei teatri di tutto il mondo – Il Barbiere arriva nel nuovo allestimento del Teatro Verdi di Trieste. E sarà in scena in regione e in Italia per la prima volta, dopo il successo riscosso il 2 e 4 settembre a Dubai, dove faceva parte del programma curato dal teatro lirico triestino, scelto per l’inaugurazione della Dubai Opera.
Il curatore della stagione musicale del Comunale pordenonese, Maurizio Baglini, nel sottolineare l’importanza del ritorno della lirica a Pordenone, evidenzia come Il Barbiere sarà inoltre presente per tutta la stagione nel cartellone del teatro. Attorno al capolavoro di Rossini ruotano infatti le iniziative di formazione e avvicinamento alla lirica destinate alle scuole e che coinvolgono ogni anno, con partecipazione crescente, migliaia di studenti. Dunque, non solo il capolavoro di Rossini diventerà via via, Il barbiere di vaniglia (un’opera da leccarsi i baffi), “Questa barba la facciamo sì o no?” piuttosto che “Un vulcano è la mia mente”, ovvero le diverse declinazioni dell’opera adattate all’età del pubblico, ma venerdì 28 ottobre, alle 15, alla prova generale assisteranno circa 500 studenti delle scuole superiori insieme agli “studenti” dell’Università della Terza Età di Pordenone.
Il Barbiere di Siviglia, a dispetto del disastroso esordio di 200 anni fa, già dall’indomani e per tutte le repliche successive ebbe una trionfale accoglienza di pubblico, che applaudì – parole dello stesso Rossini – “con un fanatismo indicibile” . Con la sua musica che gratifica le voci e numerosi intermezzi comici, in una giusta mescolanza di realismo e ironia, la vicenda presenta una galleria di personaggi benissimo tratteggiati e capaci di parlare al pubblico di ogni età e di ogni nazione: dal conte d’Almaviva a don Bartolo e all’intraprendente Rosina. Su tutti, Figaro: esuberante, dinamico e immortale “factotum della città”. Nel cast il tenore rumeno Bogdan Mihai nel panni del Conte di Almaviva, il mezzosoprano giapponese Ava Wakizono in quelli di Rosina, il baritono Domenico Balzani nel ruolo di Figaro e poi Filippo Polinelli (Don Bartolo), Giorgio Giuseppini (Basilio), Giuliano Pelizon (Fiorello) e Maria Cioppi (Berta). Dirigerà il giovane talento emergente Francesco Quattrocchi, classe ’83 e una formazione di altissimo livello che annovera gli insegnamenti di maestri del calibro di Gelmetti, Renzetti, Zuccarini. Con loro l’Orchestra e il coro del lirico triestino, mentre la regia è di Giulio Ciabatti e le scene sono di Aurelio Barbato.