Quando si sogna, è bene farlo in grande. Per il prossimo appuntamento del ‘Ceghedaccio’, la grande festa-revival nata nel 1993 a La Botte di Pradamano, fenomeno transgenerazionale dagli orari ‘vintage’ e rigorosissimi (20-1.30 e non un minuto di più!), da subito sdoppiato in un’edizione primaverile e una autunnale, il patròn Renato Pontoni ha invitato addirittura un capo di Stato!
Dopo aver visto la prima ministra britannica Theresa May ballare sulle note di ‘Dancing Queen’ degli Abba sul palco del congresso del partito Conservatore, non ci ha pensato due volte e – forte di alcune ‘conoscenze’ londinesi – ha invitato il Prime Minister alla festa fatta di zatteroni, mirrorball e disco music! Difficile dire se, allo scoccare della mezzanotte, la May farà davvero l’ingresso in pista al padiglione 6 della Fiera di Udine, ma in ogni caso il 25° anniversario di una manifestazione che ogni volta richiama migliaia di appassionati, sarà un evento.
Dietro alla consolle, con una produzione scenografica da grande concerto, Renato e Carlo Pontoni, in arte Carlo P, per far suonare i dischi – rigorosamente in vinile – e far ballare il pubblico sulle note dei più grandi successi di Falco, Culture Club, Duran Duran, Silvester, Chic, A-Ha, Depeche Mode, Madonna, Donna Summer, Michael Jackson, Blondie, Wham, Abba, Imagination, Village People, Boney M., Bee Gees, Spandau Ballet, Queen, Rockets, Sister Sledge… e tanti altri.
Il secondo sogno, invece, è già diventato realtà. Dopo aver (ri)portato in pista trentenni, quarantenni, cinquantenni e oltre, Pontoni ora vuole sistemarli anche sulle poltrone dei teatri, per ascoltare le più famose hit anni ‘70-’80 in una versione nuova per il Friuli e l’Italia: quella orchestrale. Let the music play – Ceghedaccio Symphony Orchestra è il nome di un progetto ambizioso, unico nel suo genere qui da noi, fortemente voluto da Renato e Carlo Pontoni, che ha coinvolto decine di musicisti e cantanti dall’inizio dell’anno.
Il 7 dicembre, la ‘disco-orchestra’ si presenterà in data ‘zero’ al Teatro Nuovo Giovanni da Udine. La direzione artistica è di Denis Feletto, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra (e già collaboratore di Tony Hadley, ex Spandau Ballet). A guidare la sezione d’archi – importantissima nella disco Anni ’70, come sa chiunque conosca almeno Barry White! – sarà invece Domenico Mason dell’Accademia d’archi Arrigoni. A curare la supervisione degli arrangiamenti, Valter Sivilotti, mentre il ‘sound engineer’ sarà Stefano Amerio.
“Portare questo genere di musica in un teatro – spiega Pontoni – eleva l’opinione comune che le persone hanno della dance, perché porterà in sala non solo quella vastissima platea che già balla sulle note della disco anni ‘70-’80, ma anche il pubblico che non andrebbe più a ballare in discoteca, pur desiderando ancora immergersi nel sound di quelle hit intramontabili”.