Dopo aver presentato per sei mesi a Udine ‘Ufficio ricordi smarriti’, uno spettacolo che ha coinvolto un gruppo di concittadini, la regista e attrice Rita Maffei debutta a Potenza con ‘Human Link’, un nuovo progetto di arte partecipata che debutta venerdì 22, la giornata mondiale del rifugiato, a Potenza (Teatro Due Torri).
Nato da un’esperienza di laboratorio partecipativo iniziato a gennaio, il progetto ha riunito migranti provenienti da Rionero in Vulture, Aleppo, Pietragalla, Potenza, Benin City, Accra, Ferrandina, Tramutola, Banjul, nel processo di creazione di un’opera teatrale originata da un dialogo che affonda le radici nei testi classici del teatro greco e si sviluppa nel contemporaneo.
E’ partendo dalle storie sempre attuali raccontate da Eschilo e Euripide che è emersa l’urgenza di raccontare e condividere le vicende umane di ciascuno dei partecipanti. “Lo spettacolo mette in scena i racconti di persone in viaggio, un tema che riguarda tutti, sia noi italiani che accogliamo, sia gli stranieri che vengono accolti” – dichiara – Rita Maffei. “Tutti noi siamo in viaggio ed è solo quando si è consapevoli di questa condizione che si riesce ad accogliere l’altro e ad ascoltarlo”.
Il lamento funebre della tradizione del Sud Italia si mescola a canzoni di speranza che vengono da terre lontane, il pianto delle esuli troiane intreccia il racconto delle vite spezzate dei rifugiati, per condividere il dolore e la gioia di vivere insieme su questo mondo in un momento terribile e bellissimo della nostra storia, riscoprendo sentimenti umani che sono gli stessi da migliaia di anni.
Il progetto teatrale è stato prodotto da Fondazione Città della Pace e CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, che ha messo in gioco la sua esperienza pluriennale nel campo del teatro partecipato, contando sulla collaborazione di Raffaella Cantore dell’Università degli Studi di Basilicata e dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain per la stesura dei testi drammaturgici e di Giovanni Lancellotti per la parte video-fotografica.
Foto di Luigina Tusini