A Pordenone, domani, in occasione della partenza della penultima tappa del Giro d’Italia del Centenario, si parlerà anche sudafricano. Al via, infatti, ci saranno anche i due portacolori della nazionale di atletica leggera che, ormai da cinque anni, si allenano a Gemona. Si tratta di Wayde Van Niekerk e Akani Simbine, che saranno accompagnati da Anna Botha, famosissima sportiva sudafricana e loro allenatrice con la prerogativa di essere mamma, nonna e avere la bellezza di 74 anni, e Peet Van Zyl, procuratore sportivo dei più importanti atleti sudafricani in vari sport.
Van Niekerk, campione del mondo sui 400 metri a Pechino 2015 e oro a Rio de Janeiro 2016. Figlio di due atleti del salto in alto, ha lontane origini italiane per parte di madre. Vincendo l’oro a Pechino, è diventato il primo atleta africano capace di conquistare il titolo iridato sui 400 metri piani, ottenendo all’epoca la quarta migliore prestazione di sempre della specialità. Il 12 marzo 2016 entra nella storia dello sprint, stabilendo il record personale sui 100 metri: diventa il primo, e finora l’unico, velocista nella storia a ‘scendere’ sotto i 10″ nei 100 metri, sotto i 20’’ nei 200 e sotto i 44″ nei 400. Il 14 agosto, ai Giochi di Rio, vince la medaglia d’oro nei 400, stabilendo anche il nuovo record mondiale con il tempo di 43″03.
Simbine è una grande promessa dello sprint mondiale: quinto nella finale dei 100 metri di Rio de Janeiro 2016, recente vincitore a Doha dei 100 metri nel Meeting Mondiale, battendo Gatlin e Asafa Powell, è un atleta di grandissime prospettive.
Questa presenza è motivo di grande soddisfazione per un progetto che ha riscosso grande apprezzamento e risultati perché Wayde van Niekerk e Akani Simbine sono giunti a Gemona giovanissimi e hanno poi raggiunto il massimo della notorietà, nel caso di Wayde e, con grandissime prospettive per Akani.