Lo faceva uno dei ‘padri’ della corsa friulana, vale a dire l’indimenticato Maurizio Perissinot, e continua a farlo chi ne ha raccolto l’eredità: il Rally Piancavallo resta un interessante terreno di sperimentazione, come piaceva fare al copilota pordenonese già ufficiale Lancia accanto ad Attilio Bettega e poi, appunto, organizzatore della corsa friulana che, in pochi anni, era approdata nel Campionato Europeo.
L’edizione 2017 della competizione darà nuovamente lustro alla componente storica delle auto da rally alle quali sarà dedicata l’intera scena. Non più le auto moderne, dunque, al via. Si correrà per il Trofeo di Zona, campionato alla prima edizione che prevede quattro prove: Valsugana, Dolomiti, Piancavallo e Bassano. Nel 2017 ci si ferma qua, ma nessuno esclude che, se la sperimentazione darà esiti positivi, non si possa, nel 2018, aspirare a una finale nazionale che darebbe lustro all’intera specialità.
La storia recente ha visto il Rally Piancavallo partire da Sacile e arrivare a Trieste nel 2009; sono seguiti quattro anni in cui partenza e arrivo erano previsti a Sacile e, quindi, si è andati a Maniago nel 2014, in un anno di ‘transizione’, quando si sapeva già che nel 2015 la corsa sarebbe riapprodata sull’altipiano avianese, guadagnandosi il grazie degli operatori turistici per il ritorno economico.
Nel 2017 si correrà il 21 e 22 luglio, venerdì e sabato, su un percorso che Fabrizio Grigoletti e Lucio De Mori hanno riconfermato, come vuole la migliore tradizione: il venerdì si sale due volte da Barcis fino a Piancavallo, transitando sul piazzale dove c’è l’ormai celebre monumento dedicato agli alpini, per terminare in Castaldia. Sabato sono in programma le prove speciali di Meduno e Campone. In totale sono circa 83 chilometri di prove cronometrate. La gara sarà valida anche per il Trofeo Tre Regioni, dedicato alla Regolarità Sport, una disciplina sempre più in auge.