Ivano Saletti era una giovane promessa del ciclismo, ma a 14 anni dovette abbandonare il suo grande sogno. Il suo cuore non funzionava più a causa di una fibrillazione ventricolare, che negli anni successivi gli ha provocato due arresti cardiaci. Nel 2005, decide di entrare in sala operatoria. Era giunto il momento di ricorrere al trapianto, l’unico modo per tornare a una vita normale. L’operazione va a buon fine, ma a Ivano non basta. Voleva tornare a correre. Con la sua grande forza di volontà e con il sostegno dei medici, tre anni dopo riprende in mano la bicicletta e torna a pedalare.
I risultati non tardano ad arrivare: nel 2010 è già in pista, nel 2015 vince lo Scudetto Prestigio (raccontato in una Web Serie e sui grandi media nazionali come Rai Tre e Corriere della Sera), mentre la scorsa estate è riuscito, con il proprio team, a conquistare la cima dello Zoncolan, la vetta più dura d’Europa, durante la manifestazione Ultracycling 3 Confini.
Venerdì 25 novembre, al Cinema Sociale di Gemona, Ivano sarà uno dei protagonisti dell’incontro organizzato dal Centro nazionale trapianti di Roma, nell’ambito del progetto ‘Trapianto… e adesso sport’, per testimoniare come anche le persone sottoposte a trapianto possano recuperare una buona qualità della vita e praticare attività sportive, anche a livello agonistico, ottenendo ottimi risultati.
L’evento è organizzato assieme all’associazione sportiva Pedale Gemonese, in collaborazione con il corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Udine e con il Comune e la Pro loco di Gemona, e si inserisce nel sempre più fiorente progetto Sportland, che unisce sotto un’unica ala una ventina di comuni della pedemontana friulana al servizio dello sport, dell’ambiente e del turismo.
Il Centro nazionale trapianti, diretto dal dottor Alessandro Nanni Costa, in questo senso si rivolgerà in particolar modo agli studenti delle scuole superiori di Gemona, al Liceo Bachman di Tarvisio e agli studenti del Corso di laurea in Scienze motorie dell’ateneo friulano per evidenziare l’impatto positivo che un’operazione di trapianto può avere su una persona, se affiancata all’attività fisica. A supporto di questa tesi saranno esposti gli importanti risultati ottenuti da Ivano Saletti, Beniamino Tagliabue e Stefano Caredda (i primi due trapiantati di cuore, il terzo di fegato) durante l’ultima edizione della Ultracycling 3 Confini, manifestazione ciclistica appartenente alle ultramaratone, prova intermedia del campionato italiano e divisa in due percorsi: uno di 420 chilometri e dislivello di 10.400 metri e uno di 340 chilometri e dislivello di 7.000 metri.
Fare sport previene, infatti, l’insorgere di malattie e ha delle ricadute positive sul piano psicologico del paziente, che torna a essere un individuo attivo, fiducioso nel proprio futuro e desideroso di tornare alla vita di sempre. E perché no, anche di eccellere sugli altri.