La chiesa parrocchiale di S. Pier d’Isonzo ha spento qualche giorno fa le 250 candeline. Oltre due secoli di storia per l’edificio religioso che fu faro per molto tempo della fede bisiaca, snocciolati in una serata ad hoc, lunedì 26, dallo storico locale Ivan Portelli. Ripercorrendo l’intero iter della costruzione fino ai giorni nostri, dal 1767 al 2017, Portelli ha condotto un folto pubblico tra le pieghe della storia locale, raccontando i retroscena meno conosciuti della ‘fabbrica’ che in numerosi decenni eresse l’antica Pieve di San Pietro. Riscoprendo le radici della propria fede, per i credenti, o la qualità storica ed artistica delle opere d’arte, per i meno credenti, ognuno è tornato a casa “con qualche anno in più”, come ha ricordato don Lucio Comellato, parroco di San Pier, al termine dell’allocuzione storica. “Come in tutti gli altri aspetti della vita di ogni giorno non dobbiamo dire di essere i primi arrivati che e tutto dipenda da noi” ha sottolineato Comellato. “Dobbiamo renderci conto di aver ereditato qualcosa, di dover vivere questo dono e riuscire così a trasmetterlo agli altri, passando il testimone cosicché tutti riescano a fare la loro parte”. Necessario, per il sacerdote, dare il proprio contributo nell’epoca presente, conoscere la storia dell’edificio per aggiungere ulteriori mattoni con saggezza. “Conoscere la storia dell’edificio aiuta, ma è necessario dargli vivacità, renderlo carne, renderlo vivo”, ha concluso Comellato.
1767-2017: 250 anni per la chiesa parrocchiale di S. Pier d’Isonzo
Lunedì 26 la conferenza storica. Il parroco "necessario rendere vivo l'edificio"
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