“Non si tratta di istituire il matrimonio egualitario in Italia” precisa subito Giacomo Deperu, presidente di Arcigay Friuli “Nuovi Passi” Udine e Pordenone “ma di fotografare le scelte compiute responsabilmente da cittadini di Udine e Pordenone in altri Paesi democratici: non si può fingere che quei matrimoni non esistano!”
È stato il tribunale di Grosseto a dare il via a questa iniziativa, accogliendo il ricorso di una coppia gay sposata all’estero ed imponendo al comune di residenza di registrare presso l’anagrafe comunale il loro matrimonio. Subito dopo, senza bisogno di alcun tribunale, è la volta del sindaco di Fano, sollecitato dalle associazioni Arcigay e Rete Lenford, che ha scelto di fare la medesima cosa. E allo stesso modo, a breve distanza di tempo, i sindaci di Napoli e di Bologna.
Oggi la palla passa a Udine e Pordenone dove due coppie omosessuali sposate all’estero, supportate da Arcigay Friuli, chiedono di poter registrare il loro stato di persone coniugate presso l’anagrafe comunale. Si tratta di Francesco Furlan e Derek Wright a Pordenone e di Adele Palmeri ed Ingrid Owens a Udine, consapevoli che l’eventuale registrazione non darà loro alcun diritto in più, visto che l’Italia non riconosce il matrimonio fra persone dello stesso sesso, ma decisi ad affermare la dignità delle loro scelte quali cittadini consapevoli e responsabili. Al sindaco Honsell e al sindaco Pedrotti chiedono semplicemente che sia “fotografata” la loro realtà presso l’anagrafe comunale: quei matrimoni, nei Paesi in cui sono stati celebrati, esistono e hanno pieno valore. E coincidenza vuole che sia Derek che Ingrid siano cittadini sudafricani e proprio in Sudafrica si siano celebrati i matrimoni, in questo Paese che ha saputo superare la piaga dell’apartheid e che conosce le ferite della discriminazione.
“Honsell e Pedrotti tutelino la dignità di questi progetti di vita,” prosegue Deperu “affermando, per quanto compete loro, che anche le coppie omosessuali in Friuli sono cittadini di serie A.”
Il sindaco Honsell, durante un incontro pubblico svoltosi a maggio con Arcigay Friuli, sollecitato sul tema si era detto disponibile a valutare tale possibilità per il Comune di Udine. E anche il sindaco Pedrotti, che ha voluto approfondire l’argomento incontrando la coppia pordenonese e il presidente Arcigay, si è impegnato a considerare seriamente la richiesta.
Si apre forse un nuovo fronte di confronto in regione sui temi del movimento gay, ma “il Friuli è cresciuto molto in questi anni sui temi dei diritti civili – afferma Deperu – e siamo certi che il nostro slogan Civiltà Prodotto Tipico Friulano che incorniciava il famoso bacio gay dei manifesti 2010 non fosse una provocazione, ma la presa d’atto di una realtà che non ci deluderà”.
Matrimoni gay all’estero: registrati anche in Italia
Deperu: "Si tratta di fotografare le scelte compiute responsabilmente da cittadini"
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