“Non sono tanto i problemi burocratici affrontati delle famiglie a essere gravi, quanto le discriminazioni che hanno dovuto subire diversi minori. I bambini non vaccinati non sono untori”. A parlare è Graziano Uggenti, presidente di Piano B, associazione pordenonese costituita la scorsa estate, nata dalla necessità di far fronte alle restrizioni delle libertà personale, innanzi tutto in tema di salute, e che raccoglie mille famiglie associate e può contare anche sul sostegno di altri mille nuclei simpatizzanti sia in Friuli, sia in Veneto.
“In queste settimane, abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni – racconta Uggenti – di disparità sia all’interno delle classi, sia tra fasce educative. Ci sono stati episodi di studenti non vaccinati separati dagli altri nelle mense, di insegnanti che, a dispetto della privacy, hanno chiesto ai ragazzi chi di loro fosse vaccinato facendo confronti – cosa grave soprattutto nella fascia adolescenziale -, e di genitori che hanno escluso i compagni non vaccinati dalle feste di compleanno dei propri figli. Tutti atteggiamenti alla base dei quali ci sono pregiudizi e ignoranza. L’impressione è che non ci si preoccupi dei danni psicologici che un piccolo può subire a causa di queste discriminazioni”.
E, come accennato, non sono stati pochi i problemi burocratici che tante famiglie hanno dovuto affrontare dopo l’apporovazione del decreto Lorenzin in tema di vaccinazioni obbligatorie.
“Tanti genitori – spiega Uggioni – sono rientrati dalle vacanze, ignari dell’iter legislativo, e hanno cercato di arrangiarsi per mandare i figli a scuola. Tra queste, diversi erano in regola con le quattro vaccinazioni già obbligatorie in Fvg, ma non con le restanti sei introdotte con il decreto-legge. Una massa notevole di genitori tutt’ora in difficoltà. Anche nella fascia 6-16 anni molti non sapevano che carte avrebbero dovuto produrre. Accanto a ciò, causa le circolari che hanno fatto non poca confusione, spesso erano poco informati gli stessi dirigenti scolastici. Una confusione che dura tutt’ora. Per fare un esempio, ancora alcuni dirigenti ritengono che, alla data del 10 marzo 2018, chi nella scuola dell’infanzia non può dimostrare di aver portato a termine tutto l’iter vaccinale dovrà essere espulso, mentre si tratta solamente di produrre documenti comprovanti la dichiarazione sostitutiva. Come dice lo stesso decreto-legge, le vaccinazioni devono essre effettuate entro la fine dell’anno scolastico. Se il bambino viene espulso, alle famiglie non resterebbe che ricorrere al Tar, ma non tutte se lo possono permettere.