Per i cicloturisti è diventata ormai una icona, una meta che non può mancare nel proprio curriculum. Ma da cosa nasce il mito della Parenzana, la pista ciclabile costruita sul sedime dismesso della ferrovia istriana?
Per capirlo è fondamentale conoscere un po’ della sua storia.
La linea ferroviaria Trieste-Buie-Parenzo, nota con il nome di ‘Parenzana’, tra il 1902 e il 1935 ha rappresentato per le comunità locali uno straordinario elemento di collegamento e connessione, lasciando nella memoria collettiva indelebili ricordi e romantiche cartoline di un periodo storico lontano ormai un secolo.
La linea univa la città di Trieste a Parenzo, attraversando dapprima un tratto di costa istriana tra Muggia e Portorose e poi i piccoli paesi collinari interni quali Buie, Grisignana, Portole, Montona, Visinada e Visignano.
Il percorso, lungo 123 km, adottava lo scartamento ridotto di 760 mm e fu inaugurato il 1° aprile del 1902 per volontà del governo austroungarico. La linea aveva lo scopo di togliere dall’isolamento la parte nord occidentale dell’Istria, collegandola all’importante emporio triestino.
Escluse le stazioni di estremità di Trieste e Parenzo, il tracciato particolarmente ardito comprendeva 33 tra fermate e stazioni intermedie, 9 gallerie e 11 tra ponti e viadotti. Il traffico ferroviario fu esercitato sia per il trasporto di persone che di merci (vino, olio, sale, legname e pietra lavorata). Dopo la prima Guerra mondiale la linea passò sotto l’amministrazione italiana, registrando un lento e inesorabile declino che venne bilanciato da una lenta, ma sempre maggiore, diffusione di autocorriere e automobili. La linea venne chiusa per motivi economici il 31 agosto 1935. Già nel 1939 il materiale rotabile e parte degli immobili vennero ceduti e la linea venne quindi totalmente smantellata. Il suo sedime è stato recuperato e destinato ora a percorso ciclopedonale, asfaltato nella parte iniziale e sterrato nella parte croata. Il percorso si snoda attraverso tre nazioni: Italia, Slovenia e Croazia. Viene chiamato anche ‘Strada della salute e dell’amicizia’. Pedalare o camminare lungo questo tracciato significa ripercorrere la storia del territorio attraverso un secolo di cambiamenti ed evoluzioni storico-politiche, che hanno disegnato nuovi scenari in queste terre.