Due anni orsono sono stati mossi i primi passi per la candidatura del Collio a sito Unesco. Il progetto è ormai a buon punto e si conta entro la fine del prossimo anno di presentare il dossier. Certamente il riconoscimento a Palmanova ha dato ai proponenti nuove motivazioni per andare avanti e per aspirare all’ambito riconoscimento. Abbiamo fatto il punto della situazione con Diego Bernardis, sindaco di Dolegna del Collio, che segue da vicino la candidatura transfrontaliera di Collio e Brda, ovvero la parte slovena del Collio.
La vostra candidatura è particolare per molti motivi. Può ricordarne qualcuno?
“Il progetto ha come valore aggiunto proprio il fatto di essere transfrontaliero e si differenzia da altri siti Unesco, come per esempio le Langhe piemontesi, in quanto si tratta non di un semplice compendio naturalistico e paesaggistico, ma rappresenta un paesaggio rurale che punta sull’identità territoriale dove si parlano correntemente tre lingue con evidenti reminiscenze del periodo austroungarico. Parliamo di un territorio di elevato valore storico e paesaggistico, disseminato di castelli e antiche chiese, intervallati naturalmente dalle colture a vigneto, frutta e olive. Si tratta di un compendio variegato di caratteristiche che rendono davvero unica questa area”.
Cosa si sta facendo e cosa potrebbe cambiare grazie al riconoscimento di sito tutelato dall’Unesco?
“Abbiamo avviato questo percorso circa due anni orsono. Abbiamo voluto puntare sulla valorizzazione del territorio e sul fatto di farlo conoscere a livello internazionale e non solo ai cittadini dei Paesi confinanti che già lo frequentano e lo apprezzano. Abbiamo costituito un comitato promotore al quale partecipano nove Comuni (otto italiani, Dolegna del Collio, Cormons Comuni capofila assieme a Brda, Capriva del Friuli, Mossa, San Floriano del Collio, Gorizia San Lorenzo Isontino e Farra d’Isonzo). Il progetto porterebbe a uno sviluppo dal punto di vista turistico, economico e sociale mantenendo vitale questo territorio. D’altro canto, tutti i siti Unesco, dopo l’avvenuto riconoscimento beneficiano di un trenta per cento in più di visitatori con ricadute benefiche in termini culturali, artistici ed economici”.
I prossimi passi?
“Il progetto gode dell’appoggio della Regione e il comitato tecnico scientifico guidato dall’architetto Elisa Trani al quale partecipano molti esperti, provenienti anche dal mondo accademico, è attualmente impegnato nel completamento del dossier tecnico scientifico entro la fine del 2017, in tempo utile per la riunione a New Dehli delle delegazioni nazionali Icomos, associazione che affianca l’Unesco per le verifiche sul campo, dove il professor Franco Bocchieri referente dell’Icomos italiano, presenterà la nostra candidatura. La prossima tappa sarà nel 2018 con l’inserimento nella lista dei candidati e poi nell’arco di due anni speriamo di raggiungere questo prestigioso traguardo”.
Storia, arte e paesaggi a cavallo della frontiera
Il punto della situazione con Diego Bernardis, sindaco di Dolegna del Collio, che segue da vicino la candidatura transfrontaliera di Collio e Brda
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