Mi piace sempre ritornare negli Stati Uniti perché trovo che ci siano tanti luoghi da visitare essendo il territorio vastissimo e molto variegato; mi piace, come sempre, stare anche in mezzo alla gente cogliendone le caratteristiche più evidenti.
Trovo che a Boston la popolazione sia molto riservata, ma cordialmente sorridente e sufficientemente disponibile. Boston è una città fredda durante l’inverno risentendo del clima del Nord e la popolazione è di origine Irlandese. Rimangono molti atteggiamenti culturali tipici del luogo di provenienza e l’informalità sotto tutti gli aspetti.
A New York le cose cambiano. La gente è decisamente frettolosa e distratta, incurante persino degl’ammonimenti della polizia che controlla le vie e ferma la città intera quando passano autorità politiche. I newyorkesi più di tanto non si preoccupano. Le persone qui tendenzialmente non danno molta confidenza, meglio i taxisti, cercano la ricercatezza nell’abbigliamento, amano la bella vita se possono permettersela, ed anche gli acquisti e i luoghi alla moda; s’impegnano molto per dimostrare al mondo cosa significa essere newyorkese. Naturalmente come in ogni grande città ci sono gli aspetti contraddittori.
Los Angeles è la città del cinema, della musica, della moda e della Stars Hollywoodiane. Percorrendo le vie più famose non sempre è possibile distinguere il turista dal cittadino, ma avendo avuto contatti anche con la popolazione, mi sono fatta un’idea degl’abitanti di questa metropoli. Staccati dal resto del mondo, sembrano non accorgersi degl’altri, la comunicazione è difficile al di là della semplice cortesia, una realtà nella quale instaurare amicizie pare complicato e comunque queste sono settoriali. In questo regno dall’esteriorità, di vanità e di gloria, forse non si guarda oltre, ma anche Los Angeles ha realtà non così dorate.
La “Città dei Balocchi” è certamente Las Vegas. Essa è lì in mezzo al deserto con le sue strane costruzioni a tema, con gli alberghi incredibili ed enormi, dove incontrarsi è difficile se non quasi impossibile. Una città che vive di notte con una periferia che diventa dormitoriodi giorno, ha poco a che vedere con un luogo di vita normale. Al mattino e nel pomeriggio si vedono facce assonnate che girano nei negozi per fare gli acquisti necessari: pochi sorrisi, poche chiacchere. In una città così tutto è particolarmente originale anche comunicare e relazionarsi con gli abitanti.
Diversamente San Francisco è la città della felice convivenza, della solarità e dell’appartenenza. Il luogo dove sorge è certamente meraviglioso come il clima e forse ciò ha contribuito a rendere le persone gioiose e creative, tolleranti ed anticonformiste. Sonofacili gl’incontri, le amicizie, la spontaneità relazionale, gli scambi culturali; insomma gli abitanti sono piacevoli ed ospitali: città da vivere, un vero insieme di sensazioni tra la gente.
Per concludere Miami. Qui il carattere latino predomina su tutti gli aspetti della vita. È tutto molto diverso tanto che non si riconoscono gli stati Uniti se non per la lingua americana che si mescola con quella spagnola. Musica, colore, Oceano e spiagge, le persone percorrono la città rendendola vivace e simpatica, abitanti estroversi anche verso il turista o lo straniero. Essere a Miami è essere nel mondo circondati dalla solarità e dall’informalità, per ritrovarsi, forse e per caso, sul set di un film in produzione.
Dal Nord al Sud,anche nelle semplici cittadine di provincia o nelle metropoli, l’impronta è sempre data da chi ci vive, e ciò rende ancora più incredibile il “viaggio americano”.
Fulvia Badini
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