Dalla Carnia al Tarvisiano, alle Valli del Natisone, passando per la Comunità Collinare e chi più ne ha, più ne metta. Le diocesi della provincia di Udine occupano tutto il territorio ed è difficile anche per il segretario della Pastorale giovanile della diocesi di Udine, Giovanni Lesa, tenere sotto controllo le attività di ogni singola parrocchia.
“Tra campi estivi e oratori – spiega Lesa – ognuno organizza le proprie attività. La Diocesi fa rete e a partire da metà maggio fa la mappatura delle diverse attività gestite dalle singole parrocchie. Questo è anche un modo per dar loro la giusta visibilità”.
Anche perché ci sono parrocchie molto piccole e con pochi mezzi, ma anche centri molto grandi, come quello di Codroipo, che conta 500 persone.
Senza entrare nei dettagli delle singole attività, ci sono progetti che prendono vita ogni anno, anche se in modo diverso.
“Nel 2014 – spiega Lesa – la Pastorale giovanile ha organizzato un viaggio ad Assissi. Nel 2015 siamo andati a Roma, nel 2016 a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù. Quest’anno andremo a Milano. Si tratterà di una settimana di riflessioni, conoscenza, divertimento e preghiera, che avrà luogo da domenica 30 luglio fino a sabato 5 agosto”.
“Vanno salvati da una vita programmata”
Il compito principale di ogni parrocchia è quello di aiutare i propri giovani, bambini e ragazzi, a mettersi in gioco.
“Bisogna insegnar loro – spiega Giovanni Lesa, segretario della pastorale giovanile – a farsi delle domande e a rivedere le proprie convinzioni, anche la propria fede, perché no. Bisogna che i giovani imparino a credere in se stessi e soprattutto a contrastare l’indifferenza e l’immobilismo che li circonda”.
Il problema principale, spiega il segretario della pastorale giovanile, è che i ragazzi di oggi non hanno nemmeno la possibilità di decidere del proprio tempo, “si trovano di fronte ad attività già programmate da terzi che non lasciano loro spazio per decidere, ma nemmeno per pensare. Bisogna proprio aiutarli a riprendere in mano i proprio tempo”.
Tra dopo scuola, attività sportive, musica, inglese e via dicendo “anche chiedere ai ragazzi – conclude Lesa – di andare a fare una partita di bowling diventa una proposta davvero inaspettata”.
Fondamentale, quindi, è rispettare i loro spazi, anche se non coincidono con quelli degli adulti, e non riempirli con l’unico scopo di delegare ad altri l’impegno di crescerli ed educarli.