Continuano le indagini per risalire alla causa di avvelenamento da tallio di un’intera famiglia residente in provincia di Monza e che ad agosto aveva trascorso un periodo di vacanza nella casa di campagna della famiglia, a Varmo.
La Procura di Monza, che indaga sul decesso di padre e figlia, Giovanni Battista Del Zotto di 94 anni e Patrizia 62, ha aperto un fascisolo per omicidio colposo e lesioni, al momento contro ignoti.
Giovedì è prevista l‘autopsia sui corpi dell’anziano e della figlia per stabilire con certezza cosa ha portato alla morte in poche ore dei due. Giovedì scorso, infatti, Patrizia Del Zotto e la sorella Laura, 58 anni, erano state ricoverate accusando i sintomi di avvelenamento da Tallio. Cercando di far luce su come le due donne avessero assunto il veleno, si era ipotizzato che proprio nella casa di campagna in Friuli potessero aver inalato le polveri del guano dei piccioni in un vicino fienile. Ipotesi che è stata scartata dagli esperti e che si è dimostrata piuttosto fragile quando la signora Patrizia è morta segita a poche ore di distanza dal padre che però è pur vero soffriva di altre patologie ed era molto anziano.
All’ospedale di Desio, nel frattempo, rimane ricoverata in condizioni stabili Laura Del Zotto, mentre è sempre in condizioni critiche anche la madre della donna, Gioia Maria Pittana di 86 anni. Quest’ultima è stata ricoverata dopo la morte della figlia e del marito, anch’essa con gli stessi sintomi da avvelenamento dei congiunti deceduti e della figlia che, invece, sta rispondendo positivamente alle cure.
Successivamente anche altri famigliari hanno accusato malori e i sintomi da avvelenamento da tallio. Sono così ricoverati in osservazione il marito della prima vittima, Enrico Ronchi, 64 anni, e la badante Serafina Pogliani, di 49 anni, che assisteva la coppia di anziani.
I due sono stati sottoposti a nuovi esami all’ospedale di Desio e la Procura ha disposto accertamenti anche sul figlio della 62enne morta e sulla compagna, che però non erano stati in vacanza a Varmo, dove al momento si ipotizza sia avvenuta la contaminazione. Le verifiche incrociate serviranno quindi a stabilire dove possa essere avvenuta la contaminazione.
Al caso collaborano anche i carabinieri di Latisana. L’abitazione di Varmo ieri è stata posta sotto sequestro e al suo interno sono stati prelevati alcuni campioni, tra cui anche del topicida che potrebbe contenere il tallio. Esami e analisi chimiche sono state fatte anche sull’acqua prelevata all’interno di un pozzo artesiano, ma l’ipotesi di una contaminazione dell’acqua appare improbabile, poiché nessuno dei vicini che si approvigionano dalla stessa fonte ha accusato alcun sintomo di avvelenamento.
Una vicenda tutta da chiarire sulla quale l’autopsia potrebbe fornire elementi utili per risalire all’origine dell’avvelenamento.