Dietro al fallimento della Triestina Calcio ci sarebbe un’evasione milionaria. L’intera vicenda trae origine, tre anni fa, da un controllo sugli adempimenti fiscali dal quale è scaturito il deferimento alla locale Procura delle Repubblica dei vertici della Triestina, per il mancato versamento di Iva, per un importo di circa un milione e mezzo di euro. A seguito della denuncia del rappresentante legale della società per l’omesso versamento dell’imposta, è intervenuta, su impulso della medesima Procura della Repubblica, la dichiarazione di fallimento, pronunciata con sentenza del Tribunale di Trieste nel gennaio 2012.
Dopo tale sentenza, sono state delegate al Nucleo di Polizia Tributaria di Trieste indagini di polizia giudiziaria, volte a ricostruire le modalità determinanti la situazione debitoria della società calcistica, sfociata nella sentenza di fallimento. Le articolate indagini svolte dai militari hanno permesso di ricostruire condotte criminose nei confronti dei vertici societari, riconducibili al reato di bancarotta fraudolenta aggravata.
Per questa ipotesi delittuosa i responsabili sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Trieste. L’attenta lettura della documentazione acquisita a fascicolo da parte delle Fiamme Gialle ha consentito, inoltre, di accertare reati afferenti la specifica normativa tributaria. Infatti, al fine di svuotare fraudolentemente la società di liquidità (condotta espressamente vietata dalla normativa fallimentare), gli amministratori pro tempore della Triestina si sono avvalsi di società presenti sia sul territorio nazionale (alcune riconducibili al medesimo amministratore societario) che in Ungheria, Portogallo e Slovenia, al fine di ottenere l’emissione di fatture passive da utilizzare in sede di dichiarazione dei redditi, il tutto esclusivamente preordinato per “gonfiare” i costi sostenuti.
In esito all’attenta ricostruzione della vicenda dalle Fiamme Gialle del capoluogo giuliano, in relazione alla dichiarazione di fallimento, si è delineato un quadro criminoso molto più articolato che ha consentito alla Guardia di Finanza di deferire all’Autorità giudiziaria delegante i medesimi vertici societari anche per reati di natura squisitamente fiscale: dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Al termine della lunga, laboriosa e articolata attività investigativa, gli uomini del Nucleo di polizia tributaria Trieste, ottenuto il nulla osta dell’Autorità giudiziaria hanno contestato alla società calcistica, per gli anni dal 2006 al 2011, un’evasione fiscale di oltre 5 milioni di euro, che dimostra l’elevato spessore delle condotte criminose “messe in campo” dai vertici societari della società più volte citata, al fine precipuo di evadere sistematicamente il Fisco.