La Procura di Pordenone ha chiesto il rinvio a giudizio di 24 persone nell’ambito del filone principale della maxi inchiesta sui falsi prosciutti Dop di San Daniele del Friuli. Coinvolti nell’indagine anche dieci tra enti e società, perlopiù dell’area del Sandanielese ma anche del Friuli Occidentale.
Se il Gip accoglierà l’istanza del pm, gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio di prodotti agroalimentari con denominazione di origine protetta, ma anche di reati di natura fiscale e ambientale. Tra i titoli di reato, infatti, ci sono anche falso in atto pubblico, contraffazione e omessa denuncia.
Secondo il pubblico ministero sono stati immessi in commercio prosciutti a denominazione protetta San Daniele che non potevano fregiarsi di questo titolo perché ottenuti da suini allevati e macellati in violazione di numerosi parametri previsti dal disciplinare di produzione.
Tra le contestazioni principali, l’appartenenza a una genetica non ammessa, il Duroc danese, l’utilizzo di alimenti non consentiti per la loro nutrizione e la macellazione prima dell’età minima prevista.
L’inchiesta era iniziata nell’estate del 2016 ed è stata condotta dai Carabinieri del Nas, insieme l’ispettorato centrale repressione frodi di Udine, con il coordinamento del sostituto procuratore Marco Brusegan.