Fare chiarezza sulla tragica morte di Giulio Regeni e assicurare i colpevoli alla giustizia. A chiederlo sono le massime autorità nazionali, dal premier Matteo Renzi al presidente Sergio Mattarella. Renzi ha sentito il presidente egiziano Al Sisi, chiedendo che i rappresentati del nostro Paese possano seguire da vicino tutti gli sviluppi delle indagini. “Un crimine così efferato – ha detto Mattarella – non può rimanere impunito”.
Team in partenza dall’Egitto
Sette uomini, tra Polizia, Carabinieri e Interpol, è in partenza per l’Egitto, dove seguiranno da vicino le indagini, in collaborazione con le autorità egiziane. Renzi, nel colloquio con Al Sisi ha sollecitato la restituzione del corpo del ricercatore, che attualmente è in un ospedale italiano al Cairo, e ribadita l’esigenza dei rappresentanti italiani di seguire personalmente gli sviluppi delle indagini.
Autopsia rivelatrice
Nel frattempo, dopo il riconoscimento da parte dei genitori, i medici legali egiziani hanno consegnato il corpo martoriato del ricercatore 28enne di Fiumicello all’Ospedale italiano Umberto I al Cairo. E sarà proprio dall’autopsia che le indagini potranno prendere una linea più chiara. Al momento, infatti, le autorità egiziane non escludono alcuna ipotesi. Stando ai media locali, la polizia continua a sostenere la tesi dell’incidente stradale, ma altre autorevoli fonti contestano questa possibilità, che apparirebbe incompatibile con i segni di tortura, le bruciature e i tagli riportati sul corpo di Giulio Regeni, che avrebbe subito una morte lenta. Il ricercatore friulano, secondo alcuni testimoni, sarebbe stato trovato seminudo in un fossato, in una strada deserta che collega la capitale egiziana ad Alessandria.
Anche la Procura di Roma si appresta ad avviare un’indagine. I pm di piazzale Clodio valuteranno l’ipotesi di reato non appena entreranno in possesso delle prime informative sulle indagini condotte in Egitto e, in particolare, sul referto dell’esame autoptico.
Genitori: la vicinanza del ministro Guidi
I genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, dalla scorsa settimana al Cairo per seguire da vicino l’evolversi della situazione, hanno potuto contare sulla vicinanza dall’ambasciatore italiano in Egitto, Maurizio Massari. Ieri sera sono stati raggiunti anche dal ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, che ha sospeso la sua visita diplomatica in corso nella capitale egiziana.
Le ultime informazioni certe
La scomparsa di Giulio Regeni risale alla serata di lunedì 25. Il ragazzo era stato visto, intorno alle 20, nella stazione di Bohooth prendere la linea 2 della metropolitana. Avrebbe dovuto raggiungere alcuni amici che lo attendevano a Tahrir. Ma non è mai arrivato a destinazione. Le indagini, quindi, partono da questi elementi per capire chi potrebbe aver incrociato il cammino del friulano.
Situazione esplosiva
Appare chiaro, comunque, che la situazione in Egitto è quanto mai incandescente. Nei giorni scorsi, le autorità locali avevano confermato che Regeni non era stato detenuto. In Egitto, però, la situazione è calda e per motivi di ordine pubblico, soltanto poche settimane fa, anche in seguito ad alcuni attentati, il ministero dell’Interno aveva rivelato che di 191 casi di sparizioni di cui aveva chiesto conto il Consiglio nazionale per i diritti umani (Nchr), 99 erano dovute a custodie cautelari.