Il nuovo ospedale di Pordenone sarà a misura d’uomo e di città. Parola di Albert de Pineda, l’architetto catalano progettista della struttura che sta sorgendo in via Montereale. Il progetto è stato raccontato durante un convegno nella Fiera della città sul Noncello.
“L’idea del nostro progetto – spiega de Pineda – è fare un ospedale a misura d’uomo. Normalmente gli edifici ospedalieri sono extralarge. Certo, non possono non essere grandi, ma noi dobbiamo realizzarne uno su scala umana, pensato in base dell’agire della persona. Un ospedale deve rispettare la privacy e la dimensione umana. L’obiettivo è realizzare luoghi ‘domestici’, adatti sia agli utenti esterni, sia a chi ci lavora. È essenziale creare spazi privati in equilibrio con lo spazio pubblico. L’atto della cura e della guarigione si convertono in una attività sociale: i cittadini sono invitati a usare l’edificio e pongono così fine alla segregazione del paziente”.
Nella relazione presentata al convegno, il progettista spiega come “la circolazione pubblica abbraccerà l’edificio attorno al suo perimetro, in constante contatto visivo con l’esterno, costeggiando via Montereale e la piazza antistante l’ingresso principale. La circolazione di servizio sarà concentrata al centro dell’edificio, in modo da minimizzare le percorrenze e offrire collegamenti rapidi e funzionali fra i reparti e le areelogistiche”.
Il nuovo nosocomio sarà di pochi piani ed è pensato per essere sostenibile, ma non utilizzando semplici accorgimenti. “Non ci sono soluzioni singole, bisogna lavorare – continua l’architetto – su tutto lo spazio per garantirne la qualità, a partire dai materiali. E dobbiamo perseguire una sostenibilità trasversale, non incorporando all’edificio alcuni gadget. L’ospedale di Pordenone è stato progettato sin dal primo giorno con questa idea: un edificio ben orientato al sole e alla vista lontana, con una serie di corti che consentono di far entrare la luce del giorno all’interno. Insomma, abbiamo voluto fare un edificio sostenibile nel suo complesso”.
Per de Pineda, prima di tutto la struttura deve rispettare il luogo in cui si trova e rifletterne le caratteristiche. “Quello di Pordenone – conclude il progettista – sarà un ospedale nella città, non esterno a essa. Sarà integrato a Pordenone e ne avrà le caratteristiche. L’adattamento della costruzione alla città è uno degli aspetti che più mi preoccupano nella mia architettura. L’idea è di fare una base che si integra alla scala della città, e in particolare a quella di via Montereale. In questo modo si può garantire un edificio a misura d’uomo. L’ospedale del futuro deve essere perfettamente integrato nel luogo in cui sorge, non soltanto a livello urbanistico e architettonico”.
E che il Santa Maria degli Angeli sarà proprio l’ospedale di Pordenone lo si percepirà al primo sguardo, fin dalla strada. “La facciata – si legge nella relazione di de Pineda – è stata disegnata prendendo come modello i portici di corso Vittorio Emanuele. I due lati adiacenti alla strada saranno realizzati con materiali leggeri (vetroe legno) e con pareti diafane che permettono un vero e proprio dialogo tra l’edificio e lo spazio pubblico. Su questedue fasce sono, inoltre, ubicati la caffetteria, la sala conferenze, la sala culto, la hall e gli ambulatori: servizi di supporto sia per la città, sia per il quartiere”.