Il primo giorno delle celebrazioni della Settimana santa è stato segnato da una profonda ferita: l’incendio della Cattedrale di Notre Dame a Parigi. Le immagini della distruzione di un luogo di grande bellezza ma prima ancora di fede, hanno profondamente scioccato l’opinione pubblica mondiale. I Vigili del fuoco francesi, almeno 500, sono riusciti ad avere la meglio sulle fiamme, dopo aver lavorato tutta la notte. Ora che il rogo è spento e si calcolano i danni, c’è la speranza diffusa che Notre Dame possa risorgere, come accaduto più volte in passato.
“E’ una notizia che stringe il cuore – commenta don Alessio Geretti, curatore delle mostre di Illegio – tanto più che la cattedrale è il risultato di un’opera del popolo, oltre che della genialità dei maestri che ne hanno diretto l’edificazione. I registri annotano le migliaia e migliaia di piccole donazioni di tutti coloro che hanno voluto erigere nella città un luogo di intramontabile bellezza, che doveva trasmettere le verità più importanti per la vita e celebrare l’amore di Dio in Cristo che si prende cura dell’uomo”.
Don Geretti ci racconta di conoscere bene Notre Dame, dove ha accompagnato anche tante persone in diverse occasioni. “Un simbolo che è riuscito a sopravvivere più volte alle follie che, come un tumore della ragione, lo hanno deturpato insieme alla civiltà europea. Ma sono tramontate e la cattedrale è rimasta lì, sopravvivendo a questi attacchi. E anche questa volta Notre Dame risorgerà non tanto per l’orgoglio di Parigi e della Francia, ma per il senso spirituale di che cosa significhi restaurare la propria fede e, quindi, i suoi luoghi e i suoi simboli”, conclude don Geretti.