La morte del piccolo Abdoul Loughmane Bambore, deceduto martedì in seguito all’incendio scoppiato nella casa dove viveva a Pinzano al Tagliamento, è avvenuta per asfissia da monossido di carbonio.
A confermare quanto già era stato refertato dall’ospedale di Spilimbergo è stata l’autopsia eseguita oggi pomeriggio all’ospedale di Pordenone dal medico legale Michela Frustaci. Sul corpo nessun altro segno che potesse far propendere per un’altra causa. Restano da attendere gli esiti degli esami tossicologi, ma l’esame autoptico, di fatto, ha confermato la causa della morte.
Il quadro della vicenda appare quindi abbastanza definito. Uno dei fratelli maggiori di Abdoul, il 27enne Ousseini, nel tentativo di accendere la stufa di casa con un accelerante ha provocato il rogo, che non è riuscito a domare. Lui e il suo gemello sono riusciti a mettersi in salvo, ma il fratello minore, di cui ignoravano la presenza nell’abitazione, è rimasto ustionato e intossicato, perdendo la vita poco dopo essere stato portato fuori da un vigile del fuoco.
Intanto, la comunità di Pinzano continua a stringersi attorno alla famiglia originaria del Burkina Faso, raccogliendo fondi e cercando per i familiari della vittima una sistemazione provvisoria.
All’asilo frequentato da Abdoul le maestre, con un supporto psicologico, stanno cercando di affrontare la tragedia con compagni.
Per domenica 17 febbraio il sindaco Emanuele Fabris ha proclamato il lutto cittadino: l’Amministrazione comunale invita residenti, istituzioni pubbliche, organizzazioni sociali, culturali ed economiche a manifestare il proprio cordoglio nelle forme ritenute più opportune.
Le bandiere esposte negli edifici pubblici saranno calate a mezz’asta.