Stavano procedendo a ritmi serrati, anche in anticipo, i lavori previsti a Grado in piazza XXIV maggio e condotti da Irisacqua nel sottosuolo. Di fatto, per evitare che il parcheggio e l’area non fossero né fruibili né visibili durante il periodo della stagione turistica, era stato concordato assieme all’amministrazione comunale di procedere a step di sei mesi ciascuno. Ecco che, dunque, nei giorni scorsi, come del resto richiesto dalla stessa soprintendenza, gli scavi stavano procedendo sotto la supervisione non solo del dottor Dario Gaddi di Archeostest ma anche degli stessi operatori della soprintendenza, senza alcuna ‘scoperta’ particolare da parte degli operai.
Ma proprio tre giorni fa sono riemerse alcune costruzioni di epoca romana. In particolare si tratta di alcune palizzate in legno, “edificate probabilmente quando si cercava di strappare terreno all’acqua” secoli or sono, come ha precisato l’assessore ai lavori pubblici, Fabio Fabris. Che assicura: “i lavori erano già in anticipo sul cronoprogramma”, precisa, “e nonostante questa settimana lo sballi un po’ concluderanno, in ogni caso, prima del tempo previsto”.
Una scoperta che, ovviamente, ha destato curiosità tra i cittadini e sui social sono varie le ipotesi che sono state avanzate circa la natura di quei pali che riemergono dal terreno. Ma, come detto, la soluzione rimane la più semplice, ovvero quella di una funzionalità dettata dalla vicinanza del porto e dalla stabilità degli edifici e di quella che era, a suo tempo, la città romana. Tempo ancora qualche giorno e i lavori saranno conclusi, lasciando nuovamente libera la piazza. “Ma quando sarà completata la relazione archeologica”, conclude Fabris, “sicuramente ne chiederò una copia. È di interesse pubblico sapere cosa si cela sotto il nostro terreno”.