Un “corridoio” verde di 146 ettari, grande circa 200 campi da calcio. La costruzione della terza corsia dell’A4 viaggia parallelamente agli interventi a difesa dell’ambiente. Per l’infrastruttura ecologica Autovie Venete ha investito quasi 20 milioni di euro. Complessivamente saranno piantati lungo l’intera tratta interessata dall’allargamento della carreggiata quasi 100 mila alberi.
Non solo bitume, calcestruzzo e acciaio. Costruire grandi infrastrutture viarie, dotandole di tutti i servizi indispensabili a renderle ecosostenibili, rappresenta da sempre la filosofia della Concessionaria autostradale. Anche perché arbusti, alberi, boschetti, piante lacustri e siepi fanno rima con migliore qualità di vita per chi, in quel territorio, ci vive e ci lavora.
Sono fondamentali per mascherare l’opera, ridurre l’inquinamento e assorbire il rumore dei mezzi; fungono da cortina antiabbagliante; hanno un’azione antierosiva e un effetto frangivento; creano un ambiente favorevole per lo sviluppo e il popolamento della fauna locale con positive ricadute sulla biodiversità; tutelano le aree abitate dall’impatto visivo; migliorano la qualità dell’aria; e rappresentano un’opportunità di riqualificazione dell’intero paesaggio circostante contribuendo a loro volta, in modo significativo, alla valorizzazione della strada stessa.
Il modus operandi. La terza corsia rappresenta un modello in tal senso. L’intero studio del verde, che ha previsto anche un accurato monitoraggio ambientale effettuato sul campo prima dell’avvio dei lavori, è stata indirizzato verso un’appropriata scelta delle specie più adatte a inserirsi nel contesto delle aree in esame, con particolare riguardo a quelle in cui vi è la presenza di grandi corsi d’acqua, canali artificiali, aree golenali, zone sottoposte a vincolo paesaggistico e siti di interesse comunitario (S.i.c.). Gli interventi sono stati diversificati in funzione delle tipologie costruttive previste dal progetto della nuova carreggiata dell’autostrada. Sono stati quindi utilizzati corretti schemi d’impianto e impiegate corrette metodologie per la messa in dimora delle piante e per la futura manutenzione, per assicurare il mantenimento costante del miglior equilibrio ambientale e per ridurre le operazioni di potatura, diradamenti e tagli a raso.
Allo stesso tempo grande attenzione è stata data anche agli esemplari di pregio da tutelare che sono stati in un primo tempo identificati e schedati, dopo una precisa attività di monitoraggio, e poi trapiantati e ricollocati in nuove aree, vicini al sito dove sono stati espiantati per consentire la costruzione della nuova carreggiata. Infine piante lacustri e siepi trovano il loro habitat naturale nei bacini per il trattamento dell’acqua di piattaforma e negli impianti di trattamento delle acque meteoriche. In sostanza con la sistemazione a verde, si è provveduto a ricostituire i nuclei arborei eliminati dalla cantierizzazione per la terza corsia.
Ma non solo; sono state potenziate le aree completamente mancanti di vegetazione. Il tutto è stato progettato nel rispetto preciso e puntuale delle prescrizioni e raccomandazioni contenute nella delibera del Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica) sul progetto preliminare dell’intera opera.