Con oltre 12mila preziosissimi testi, la Guarneriana di San Daniele è la più antica biblioteca pubblica del Friuli e, sicuramente, una delle prime istituzioni di pubblica lettura d’Italia.
Un patrimonio di 600 codici, 84 incunaboli, 700 cinquecentine e altre preziosità a stampa per un complesso di libri antichi, fonte di richiamo e studio per ricercatori italiani ed esteri.
Il Comune vuole dividere il fondo antico, quello appunto della Guarneriana, da quello moderno, sezione simile a quelle di tutti gli altri comuni. “Abbiamo ottenuto un milione di euro per dare avvio ai lavori di restauro e realizzare nell’ex Ipsia un archivio comunale, che la città aspetta da 20 anni, e, nel secondo lotto, una nuova sede per la biblioteca moderna, su superfici raddoppiate rispetto alle attuali”, spiega il sindaco di San Daniele, Pietro Valent.
Ma un gruppo di cittadini non ha accolto con favore l’idea di dividere la biblioteca e ha deciso di dare vita a un comitato spontaneo, con annessa raccolta firme, per mantenere unite le due anime della Guarneriana. Il sindaco, allora, ha deciso d’indire un referendum, per chiedere proprio ai sandanielesi quale futuro immaginano per la loro biblioteca. La consultazione dovrebbe tenersi entro la fine dell’anno, probabilmente in autunno.
LA STORIA. La Guarneriana nasce quando il pievano Guarnerio D’Artegna, morendo, donò alla comunità 173 preziosissimi manoscritti, in gran parte miniati, che aveva raccolto in tutta la sua vita. Al lascito si aggiunse quello di monsignor Giusto Fontanini che, nel 1736, mise a disposizione della comunità cittadina tutta la sua raccolta di manoscritti, incunaboli e libri a stampa, oltre ai fondi necessari per l’ampliamento del palazzo.
Oggi la biblioteca è del Comune di San Daniele che, grazie a un progetto di valorizzazione del fondo antico, ha realizzato una teca digitale: sono online, cioè, con accesso libero, in formato digitale, alcuni dei manoscritti più preziosi e significativi.