Nel 181 a.C., il Senato romano inviò fanti e cavalieri per avviare l’urbanizzazione di un territorio lontano da Roma e strategico, già occupato da popolazioni indigene. La colonizzazione romana di quella che diventò la capitale della X Regione augustea, oltre che la quarta città d’Italia in epoca romana (e nona dell’Impero), risale dunque a 2200 anni fa. Per celebrare la fondazione della città di Aquileia, sabato 8 al recentemente riallestito Museo Archeologico Nazionale, la Fondazione Aquileia, il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e il Kunsthistorisches Museum di Vienna inaugurano Magnifici Ritorni. Tesori aquileiesi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, una mostra che riporta ‘a casa’, a distanza di quasi 200 anni, alcuni tra i più importanti reperti archeologici restituiti dal ricchissimo sottosuolo aquileiese, attualmente esposti nella collezione permanente del viennese Kunsthistorisches Museum.
Per la prima volta in Friuli
Un viaggio nel tempo che, grazie ai 110 reperti, trasporterà i visitatori del Museo nell’Aquileia di 2200 anni fa, ma anche in quella dell’Ottocento, quando la città era parte dell’Impero asburgico e le raccolte viennesi rappresentavano l’alternativa istituzionale al collezionismo privato delle famiglie locali e alla dispersione del materiale sul mercato antiquario. Un’importante occasione per presentare, in molti casi per la prima volta dal loro ritrovamento, alcuni dei capolavori della città adriatica all’interno del contesto storico per i quali furono creati. Dal 1817, circa 340 reperti antichi da Aquileia furono inviati a Vienna da Aquileia: 45 tornarono in Friuli nel 1921, nell’ambito delle restituzioni che l’Austria fece all’Italia dopo la fine della Grande guerra.
Pionieri dell’archeologia
Il percorso espositivo si snoda attraverso le sale del Museo Archeologico riportando ai tempi pionieristici dell’archeologia aquileiese, tra il tardo ‘700 e il primo ‘800. Tra i ‘magnifici ritorni’ il rilievo marmoreo con la rappresentazione di Mitra Tauroctono, che riporta agli antichi culti che hanno segnato la storia dell’umanità, giunti ad Aquileia dopo un lungo viaggio da Oriente. Tra gli altri reperti una patera in argento, eccezionale piatto dalla complessa raffigurazione allegorica, simbolo di fertilità, donato nel 1816 all’imperatore d’Austria Francesco I, e la croce in bronzo del 4° secolo col monogramma dato dall’intersezione delle iniziali del nome greco di Cristo.
Un lungo elenco di ‘bellezze’
In mostra anche molti materiali preziosi confluiti a Vienna attraverso l’Imperial Regio Gabinetto Numismatico e delle Antichità di Vienna, nucleo originario del Kunsthistorisches Museum: monete, bronzi, una raffinatissima gemma verde con un ritratto femminile dalla complessa acconciatura, ispirata dalle mode in voga tra le principesse della famiglia imperiale, o la pasta vitrea con la raffigurazione del Circo Massimo di Roma. Grazie al sostegno della Fondazione si è reso possibile anche il restauro della cosiddetta Venere di Aquileia, esposta dopo una lunga permanenza nei depositi viennesi. Nel lungo elenco di reperti, tra le opere lapidee, un rilievo in marmo bianco di cospicue dimensioni, con una scena di sacrificio rituale di un toro dinnanzi a un altare, e la statua di aquila a tutto tondo, databile al 2° secolo d.C, simbolo del potere dell’Impero romano.