Il 20 febbraio 1909 il quotidiano francese Le Figaro pubblica il manifesto del più importante movimento d’avanguardia italiano dello scorso secolo, il Futurismo, anticipato l’anno prima da Filippo Tommaso Marinetti. Già da qualche giorno, però, Il Piccolo della Sera e altri quotidiani italiani locali ne avevano pubblicato alcuni pezzi, anticipando il rapporto privilegiato della Venezia Giulia col controverso movimento artistico-letterario-politico che trovò in Trieste, “rossa polveriera d’Italia”, uno dei luoghi privilegiati per le sue azioni, anche in prospettiva irredentista. Il legame con la terra giuliana viene ripreso dopo la Prima Guerra Mondiale grazie alla presenza a Gorizia di Sofronio Pocarini, che nel 1919 fonda la Sezione del Movimento futurista per la Venezia Giulia insieme a Mario Vucetich, e nel 1921 con Bruno G. Sanzin il Gruppo futurista studentesco a Trieste. Questo spiega perché molti artisti giuliani, friulani e sloveni aderirono con entusiasmo a un movimento che, proprio in occasione del centenario, trovò a Gorizia un importante tributo: la grande mostra Futurismi di frontiera.
Un’esposizione antologica
Dieci anni dopo, è Monfalcone – la città dei cantieri – a dedicare un importante spazio a uno dei protagonisti di quella breve ma decisiva stagione: Crali e il Futurismo. Avanguardia culturale è il titolo della grande mostra aperta da venerdì 22 e fino al 12 maggio nella Galleria comunale d’arte contemporanea. Il taglio della rassegna è antologico, nell’intento di rappresentare, in una mostra ricca ma ‘sintetica’ – proprio come usavano definire i futuristi le loro performance -, il percorso artistico e di vita di un autore nato in Dalmazia nel 1910, che si formò a Gorizia, dove ebbe modo di partecipare da protagonista al Movimento Futurista Giuliano per giungere a importanti rassegne nazionali e internazionali.
Capolavori d’aeropittura
Fu proprio a Gorizia, all’aeroporto di Merna, che il giovanissimo Crali – che secondo Marinetti sapeva trattare “poeticamente acciaio, alluminio, cromatismi e vernici” – avviò le sue prime esperienze di aeropittore, specialità di cui oggi è riconosciuto come il più autorevole esponente, anche in virtù della continuità creativa, espressa per tutta la vita. Basti ricordare i suoi primi bellissimi dipinti delle esibizioni delle Frecce Tricolori, assunti a immagine della Pattuglia Acrobatica Nazionale, che datano 1986-87, quando Crali sfiorava gli ottant’anni.
Dal cielo allo spazio
L’esposizione presenta oltre 80 opere di Tullio Crali, noto in Italia e nel mondo anche per essere stato l’ultimo, coerente e irriducibile futurista. Sono esposti soprattutto dipinti, ma anche disegni a matita, penna e flowmaster e litografie provenienti, per la maggior parte, dal fondo personale dell’artista e e dei suoi eredi. Tra i dipinti figurano Le forze della curva (1930), di cui viene presentato pure il disegno preparatorio, ma anche i quadri a soggetto cosmico e l’originale rappresentazione della modernità spaziale. Presente anche lo spettacolare Prima che s’apra il paracadute (1939), dal Museo d’arte moderna e contemporanea di Udine, scelto dal Guggenheim di New York nel 2014 come immagine di copertina per il catalogo della più grande mostra internazionale sul Futurismo mai realizzata. In mostra anche un dipinto inedito di Giacomo Balla acquistato dallo stesso Crali, oltre a numerosi pezzi d’epoca: documenti, riviste, cataloghi, libri e manifesti a stampa di Marinetti, Russolo, Depero…