“Per l’anno 1992 è istituita un’imposta straordinaria sull’ammontare dei depositi bancari, postali e presso istituti e sezioni per il credito a medio termine, conti correnti, depositi a risparmio e a termine, certificati di deposito, libretti e buoni fruttiferi, da chiunque detenuti”.
Recitava così il decreto 333 dell’11 luglio 1992, che fissò il prelievo forzoso del 6 per mille sui depositi e fu reso retroattivo al 9 luglio per evitare la fuga di capitali all’estero o la ressa agli sportelli bancari.
La patrimoniale imposta dal Governo Amato fu giudicata in vari modi, il più gentile dei quali era forse ‘Rapina di Stato’.
Se nei prossimi mesi – lo sapremo soltanto in sede
di discussione della nota di aggiornamento al Def, il prossimo settembre – la voragine risulterà incolmabile, il Governo dovrà mettere le mani nelle nostre tasche. Come lo farà dipenderà ovviamente da molti fattori: se basterà l’aumento dell’Iva, se si registrerà una ripresa del Pil – dovrebbe però essere miracolosa per ridurre il rapporto deficit-Pil -, se le misure adottate dall’attuale Governo risulteranno meno dispendiose del previsto. Tanti ‘se’, forse troppi per aspettare sereni, tanto più che, a causa del crollo dei rendimenti dei titoli di Stato e degli investimenti finanziari, in tanti hanno deciso di comprare casa o tenere fermi i soldi sul conto corrente in attesa di qualche buona notizia.
Fare i conti su cosa potrebbe accadere in regione è tutt’altro che facile. Per quanto concerne gli immobili si tratterà di capire come potrebbe colpire la patrimoniale, tenuto conto che già ora l’Imu grava in modo pesante sulle abitazioni esclusa quella principale. Dunque potrebbe accadere che sia proprio la casa dove viviamo a tornare nl mirino del fisco. Quanto ai depositi di conto corrente o postali, basta citare un dato: secondo la Banca d’Italia, al 31 dicembre 2018 risultavano depositati in Fvg oltre 21,5 miliardi di euro. Ovvero polpa fresca da addentare. Intanto la procedura di infrazione avviata dall’Ue potrebbe innescare un disastroso effetto domino: oltre alle sanzioni, bisognerà fare i conti anche con lo spread che rischia di decollare nuovamente.