Un toccante omaggio a Giuseppe Zamberletti, commissario per la ricostruzione in Fvg all’epoca del terremoto, scomparso in queste ore, è stato rivolto questa sera dal vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, durante le celebrazioni per i 50 anni dalla fondazione di Unindustria Pordenone. “Credo che tutti noi – ha detto al Teatro Verdi – dobbiamo essere grati a quest’uomo senza il quale, probabilmente, la nostra regione non avrebbe avuto una simile prosperità”. Prima di lui era intervenuto il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, il quale ha sottolineato che il tasso di crescita e benessere del territorio “non è frutto del fato, semmai della capacità di illuminati imprenditori che hanno fatto grande questa provincia in cui – ha aggiunto riferendosi a tempi più e meno recenti – la coesione degli stakeholder, politica, imprenditoria e parti sociali, è sempre stato un fattore di competitività vincente”.
E un messaggio del sottosegretario all’Ambiente, al Territorio e alla Tutela del Mare, Vania Gava, trattenuta a Roma per impegni inderogabili, è stato letto In sala. “In uno scenario contraddittorio che oscilla tra i numeri della pre-recessione e i magnifici dati del nostro settore manifatturiero – scrive tra l’altro l’esponente di Governo – c’è ancora chi combatte tutti i giorni sui mercati internazionali. Avrei voluto raccontarvi il confuso quadro istituzionale nel quale la mia forza politica è chiamata a tutelare la stabilità, difendere la sicurezza e, al contempo arginare alcune derive oltranziste in materia economica e riferirvi cosa ho fatto in questi mesi e per i prossimi per il mio territorio”. Gava, dettasi sicura che ci sarà un’altra occasione, ha augurato buon lavoro a tutti coloro i quali fanno impresa, definiti dal sottosegretario “i figli più laboriosi della mia terra”.
Assente per impegni parlamentari anche il senatore Franco Dal Mas il quale, analogamente alla collega, ha trasmesso un messaggio al Presidente Agrusti. “Imprenditori ed imprenditrici lavoratrici e lavoratori, tecnici dirigenti hanno segnato un ruolo importante per la ricchezza di questa regione. Una storia ed un presente che ci colloca a pieno titolo ed a buon diritto nel cuore del Nord Est di questa macroregione – scrive – locomotiva d’Italia come Pordenone lo è per il Friuli Venezia Giulia. Di fronte agli improvvidi tentativi di destrutturare la complessità dei presidi di questo territorio con evidenti negative ripercussioni sulla vita dei cittadini sui servizi e sulle imprese, certamente Unindustria Pordenone ha esercitato un ruolo importante di rifermento per il sistema socio-economico e politico della realtà regionale e per l’affermazione del ruolo che gli spetta, di almeno pari dignità con altre realtà di questa regione. Vi è chi oggi crede che la semplificazione dei corpi intermedi – ed in un prossimo futuro del Parlamento – recherà con se l’ampliamento della partecipazione diretta al momento decisionale. Ciò che vedo – afferma ancora Dal Mas – è una azione di Governo nazionale debole incapace di guardare allo sviluppo agli investimenti alla severa riduzione di tasse e burocrazie ma solo dedita alla ricerca di un consenso spicciolo immediato da spendere subito. L’unità dimostrata dal mondo economico e produttivo di Pordenone in questo particolare momento è riferimento importante per la politica e le istituzioni. Certamente in tutto questo non si può non riconoscere il decisivo impegno del Presidente Michelangelo Agrusti”.
L’Associazione degli Industriali di Pordenone, oggi Unindustria Pordenone – ha ricordato in principio della manifestazione il DG, Paolo Candotti – è stata costituita il 24 gennaio 1969. Dal 1945 era Delegazione di Udine. A seguito della fusione per incorporazione con l’Api, avvenuta il 18 dicembre del 1996, la nuova organizzazione ha assunto la denominazione attuale. Attraverso il controllo o la partecipazione societaria, Unione Industriali Pordenone è collegata a numerosi organismi territoriali, un network in costante ampliamento che garantisce competenze sempre più specialistiche e una estensione dell’offerta di servizi. Tra di essi Pordenone Energia S.c.p.A., Unindustria Servizi & Formazione Treviso, Pordenone Scarl, Lean Experience Factory e DiEX, Fondazione Cro Aviano Onlus, Cluster Arredo e Sistema Casa, Comet Scarl – Cluster della Metalmeccanica Friuli Venezia Giulia, Consorzio Universitario di Pordenone, Fondazione ITS per le Tecnologie della Informazione e della Comunicazione J.F. Kennedy, Interporto – Centro Ingrosso di Pordenone SpA e Polo Tecnologico di Pordenone Scpa.
“Dopo i dieci lunghi anni della grande crisi – ha detto ancora Candotti – questo Territorio è pronto per le nuove sfide, è la sesta provincia italiana per il peso sul Pil con un tasso di disoccupazione intorno al 5%. Oggi, quale augurio per i prossimi 50 anni, possiamo affermare che l’Unione è e sarà sempre la nostra forza”.
“Cinquant’anni vissuti insieme con la consapevolezza che qui l’industria ha rappresentato l’elemento portante dello sviluppo economico, sociale e culturale”: questo l’incipit dell’intervento del Presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, nel giorno della celebrazione della fondazione della Territoriale di Confindustria. Una festa iniziata la scorsa settimana con il vérnissage della mostra sul Design dei Castiglioni e proseguita oggi al Teatro Verdi con i contributi dei Presidenti di Confindustria nazionale e del Fvg, Vincenzo Boccia e Giuseppe Bono, degli imprenditori e del concerto dell’Orchestra da Camera di Mantova offerto da Unindustria. Due grandi regali alla città – così li ha definiti Agrusti – anche grazie al sostegno di partners pubblici e privati tra cui il Comune di Pordenone. Un’occasione speciale, infine, per ricordare la Shoah con la toccante lettura di un brano di Primo Levi affidato, poco prima delle musiche, a Isabel, studentessa del Liceo Leopardi Maiorana.
“È stata una storia di straordinari successi e dolorosi insuccessi: come poi è la vita. Ma siamo qui, in piedi, a dirci che il nostro impegno a proseguire sulla strada del progresso economico, dell’innovazione, della competitività, per garantire un futuro alle giovani generazioni sarà ancora più intenso. Una sicurezza per le nostre famiglie, per garantire coesione sociale e generazionale. Siamo qui a assicurare che continueremo a sviluppare il nostro impegno, assieme alle altre categorie economiche, alle professioni, alle organizzazioni sindacali e i loro rappresentanti, per la crescita complessiva di questa straordinaria provincia. I nostri imprenditori – ha proseguito il Presidente – hanno dimostrato anche in questi anni difficili in cui uno tsunami ha colpito l’economia di buona parte del mondo, di avere forza, intelligenza e coraggio. Hanno dimostrato di voler partecipare allo sforzo collettivo per far sì che questa terra di imprese, avesse anche scuole di qualità, una sanità di eccellenza, una cultura diffusa e per tutti”.
Per il Presidente di Unindustria Pordenone “la naturale vocazione dei nostri imprenditori all’esportazione di prodotti di qualità, la presenza di importanti multinazionali che hanno per decenni arricchito la nostra naturale predisposizione all’impresa ci fa sentire fieramente italiani, ma egualmente cittadini d’Europa. Di un’Europa – ha detto – che è stata il sogno di tante generazioni, che ha garantito il più lungo periodo di pace dopo centinaia di anni di guerre ininterrotte, che ha assicurato mercati aperti – opportunità, un tempo sconosciute, per le nuove generazioni. Teniamocela stretta. Ed infine il nostro impegno per la crescita di questa regione, per la sua unità sia pure nel rispetto delle diversità dei nostri territori e delle specifiche vocazioni. Se sapremo valorizzarle, rispettarle e assecondarle, ne guadagneremo tutti e sapremo giocare un ruolo essenziale al di là della nostra dimensione. Questa sera, in prima fila, abbiamo lasciato una sedia vuota. Sopra, solo un fiore. L’abbiamo dedicata a chi non ce l’ha fatta, a chi non ha retto alle notti insonni per una crisi pesante che aveva scavato profondamente nella loro umanità, imprenditori o lavoratori che fossero. Anche loro sono parte della storia di questo cinquantennio. Anche loro hanno avuto successi e delusioni, nella notte più buia, magari perché non avevamo capito e sono rimasti soli, se ne sono andati, così, in silenzio. In fondo così è anche la vita, una corsa ad ostacoli dove qualcuno cade, ma qualcuno prende quel testimone e lo porta avanti”.
Agrusti ha chiosato ricordando Winston Churchill, uso nel dire che il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: è il coraggio di continuare quello che conta. “Grazie Pordenone – ha concluso –: insieme verso nuovi ambiziosi traguardi, insieme con la nostra capacità di innovazione, insieme con la nostra ostinata memoria di futuro”.