“Sconti” immediati per chi su esegue lavori di adeguamento antisismico o energetico alla propria abitazione (tetto, coibentazione casa, infissi, ecc.). Da oggi le detrazioni fiscali si possono far inserire direttamente in fattura, saranno poi rimborsate alle aziende come crediti d’imposta in 5 anni. E’ quando prevede l’articolo 10 del DL Crescita (Gazzetta Ufficiale del 30 aprile 2019), una disposizione previste dal Governo per la ripresa economica. Il beneficiario delle detrazioni, quindi, ottiene uno “sconto immediato” sul corrispettivo dovuto – per un importo pari alla detrazione spettante – direttamente dall’impresa che effettua l’intervento di riqualificazione energetica o di adozione di misure antisismiche. La cifra viene rimborsata alla ditta esecutrice dei lavori come credito di imposta da usare in compensazione in cinque quote annuali.
“Peccato, però – osserva la Cna Fvg per voce del presidente regionale Nello Coppeto -, che oltre a non essere sostenibile per le piccole e micro imprese si andrà a creare una concorrenza sleale a favore delle multi-utilities, grandi aziende ed ex monopolisti che possono vantare rilevanti crediti d’imposta da compensare, e capacità economiche ed organizzative ben maggiori delle nostre PMI”. Ecco perché la Cna sta predisponendo una lettera a senatori e deputati affinché l’articolo 10 del Decreto Crescita, ritenuto “di estrema pericolosità per le nostre imprese”, venga integralmente abrogato.
In sostanza si scarica direttamente sull’impresa esecutrice, quasi sempre di piccole dimensioni, gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento stesso, con effetti che potrebbero rivelarsi devastanti. Quante possono avere la capacità economica di poter sopportare questo provvedimento? Per la Cna il provvedimento agevolerà le grandi catene, “che negli ultimi anni – denuncia Coppeto -, abusando della condizione di trovarsi di fatto in una posizione dominante, sono entrate nel mercato della riqualificazione energetica esercitando una concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese”.
Se poi una piccola impresa non dovesse avere crediti di imposta da utilizzare in compensazione, allora l’articolo 10 costituirebbe un vero e proprio ostacolo alla libera concorrenza. “Si tratta, di fatto – ribadisce la Cna Fvg – di una falsa opzione concessa al cittadino: in realtà è un invito puro e semplice ad utilizzare, per gli interventi di riqualificazione energetica, i servizi proposti dalle grandi catene distributive e dalle multi-utilities, con la conseguenza di determinare una fortissima concentrazione del mercato della riqualificazione energetica in capo a pochissimi grandi operatori”.