Open Fiber realizzerà, in Friuli Venezia Giulia, progetti, pubblici e privati, per circa 170 milioni di euro per cablare con fibra ultraveloce oltre 180 comuni.
In regione Open Fiber sta intervenendo sia come operatore privato (per ora nelle città di Udine, Trieste e Gemona del Friuli), sia come concessionaria di bando pubblico Infratel, la società del Ministero per lo Sviluppo Economico che ha messo a gara la copertura delle aree bianche del Paese, ossia quelle zone che finora non sono state incluse nei progetti di infrastrutturazione a banda ultra larga dei player privati.
Come operatore privato, Open Fiber prevede al momento investimenti per oltre 40 milioni di euro. In particolare, a Gemona sono previsti interventi per due milioni di euro che ne faranno la prima città italiana totalmente digitale.
Quale vincitore di tutti e tre i bandi di Infratel, Open Fiber cablerà circa 180 comuni entro il 2021, con un impegno economico complessivo di quasi 130 milioni di euro, di cui un centinaio messi a disposizione con i bandi pubblici e altri 30 investiti direttamente da Open Fiber. A oggi sono aperti cantieri in 37 comuni, ma alla fine dell’anno saranno già oltre 100. I progetti consentiranno di collegare più di 224 mila abitazioni e tutte le sedi della pubblica amministrazione, le scuole e le strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia, creando un indotto lavorativo di circa 1800 unità.
I progetti di cablaggio in fibra ultraveloce in Friuli Venezia Giulia sono stati illustrati oggi, a Udine, dall’amministratore delegato di Open Fiber, Elisabetta Ripa, e dal Presidente della Regione, Massimiliano Fedriga.
“Il piano di cablaggio in atto in Friuli Venezia Giulia – ha spiegato Fedriga – rappresenta un ulteriore passo per affermare la centralità del territorio regionale nel panorama nazionale e internazionale: investire in questo settore non significa soltanto mettere a disposizione delle imprese uno strumento fondamentale di sviluppo economico, ma favorire anche il rilancio delle aree montane che, attraverso il taglio dell’Irap e il potenziamento delle infrastrutture, devono imporsi quale asset primario del Friuli Venezia Giulia di domani”.