Alla Safop Spa, azienda con 96 anni di storia, fondata in Comina nel 1923 dalla famiglia Bonacini, è stato proclamato lo stato di agitazione. La Jingcheng Holding Europe Gmbh, la holding che dal 2012 controlla l’azienda, infatti, ha annunciato la cessazione dell’attività produttiva e l’avvio della procedura di liquidazione.
“Nonostante le ripetute richieste d’incontro inviate da parte dei lavoratori e del sindacato”, fanno sapere dalla Fiom Cgil di Pordenone “per affrontare la difficile situazione finanziaria, l’azienda si è negata al confronto e ha deciso di procedere verso il fallimento. Ancora una volta assistiamo alla fuga dal nostro territorio di società multinazionali senza alcun rispetto per le maestranze, il lavoro e l’economia che aziende storiche come Safop hanno contribuito a creare nel Pordenonese. Si arriva al punto, come in questo caso, che si affida a una lettera una decisione grave come questa e, nel contempo, si sottrae ogni interlocutore che si assuma le responsabilità davanti alla comunità lavorativa di queste decisioni”.
“Quello che è ancora più grave – proseguono i sindacati – è che la decisione di cessare l’attività avviene con commesse ancora in corso e altre potenziali, pari ad almeno 10 milioni di euro, con mercati di nicchia interessanti che si erano aperti come quelle con il settore ferroviario italiano e internazionale. La mancanza d’investimenti mirati e di strategie di sviluppo adeguate, hanno portato a una situazione finanziaria difficile che doveva e poteva essere affrontata diversamente. Ora 80 lavoratori sono senza prospettive, in attesa di una sentenza del Tribunale che nomini un curatore e con la debole speranza che si possa ripartire per trovare nuovi interlocutori e partner industriali”.
La Fiom Cgil, insieme ai lavoratori, ha dichiarato oggi in assemblea lo stato di agitazione e il presidio della fabbrica. “Avvieremo tutte le iniziative necessarie a salvare dalla chiusura un’altra storica presenza industriale del territorio e chiediamo la solidarietà e la concreta iniziativa delle istituzioni come del mondo economico, per raggiungere questo obiettivo.
LA STORIA. La Safop Spa era partita negli Anni ’20 realizzando piccole machine utensili centri di tornitura-rettifica, foratrici a mandrini multipli e intestatrici per tubi utilizzati nei settori della energia, siderurgia, aeronautica e navale. L’attività più importante riguarda grandi macchinari su specifica del cliente e torni per l’industria ferroviaria ed è rivolta prevalentemente al mercato mondiale. Nel 1990 era passata dalla famiglia Bonacini all’azionista veneto Carlo Bortoletti, che poi ha lasciato il testimone al colosso asiatico leader mondiale del settore delle macchine utensili, la Beijing Jingcheng Machinery con garanzie di sviluppo sul fronte di investimenti, autonomia gestionale e radicamento sul territorio.
Dal 2012 è stata interamente partecipata dalla holding Jingcheng Holding Europe Gmbh, a sua volta interamente controllata da un’importante società cinese, la Beijing Jingcheng Machinery Electric Holding Co. Ltd, industria produttrice di macchinari costituita dal Governo Popolare municipale di Pechino, una delle 500 imprese più importanti della Cina, che nel 2014 è ricorsa al concordato in continuità conclusosi fine 2018. Dal concordato in poi, si doveva avviare un percorso d’innovazione, ingegnerizzazione e ottimizzazione dei prodotti Safop, con l’aggiunta di nuove professionalità aziendali e un formazione continua sul know how già in esistente, nelle maestranze delle Safop.