Braccia incrociate per 24 ore, domani, 23 maggio, per i lavoratori portuali. L’astensione dal lavoro riguarderà anche in regione tutti i dipendenti dei terminalisti, dell’Authority e delle imprese portuali, e sarà accompagnata da un presidio che si terrà a Trieste dalle 9 alle 11, in via Von Bruck 3, alla torre del Lloyd.
A proclamare lo sciopero le segreterie nazionali di Filt-Cgil Fit-Cisl e Uiltrasporti a fronte del blocco della trattativa sul rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto il 31 dicembre 2018, causata dall’assoluta indisponibilità datoriale, che apre inevitabilmente una stagione conflittuale e alza il livello di preoccupazione delle organizzazioni sindacali.
La rottura del tavolo di trattativa si è consumata per il rifiuto delle nostre controparti a trattare temi di fondamentale importanza quali la costituzione di un fondo bilaterale di sostegno al reddito e all’occupazione dei portuali; la tutela dell’occupazione nell’ambito del governo delle procedure di automazione e innovazione del settore; l’ampia partecipazione delle compagnie di navigazione negli assetti societari di molti porti italiani, che ha fatto registrare un deciso condizionamento anche sul tavolo contrattuale, strategia che ci appare chiaramente rivolta a ricavare tagli di costi lungo le filiere di trasporto facendo diminuire le tutele dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro; la pretesa delle compagnie di far partecipare gli equipaggi delle navi alle operazioni portuali, con gravi rischi per la sicurezza a bordo e sulle banchine, con drastiche ripercussioni anche sull’occupazione locale.
Forti distanze anche sulla parte economica, vista la proposta impresentabile di adeguamento salariale presentata dalle parti datoriali, pari a meno della metà di quello ottenuto nel precedente rinnovo, avvenuto in pieno periodo di crisi.