L’utilizzo degli erbicidi per contenere le erbe infestanti è pratica nota lungo le nostre strade. Quando le si percorre non è infrequente osservare ai bordi della strada alcuni tratti di erba totalmente secca e ingiallita, nonostante la primavera sia ormai inoltrata.
Negli anni scorsi il ricorso agli erbicidi si era esteso tanto da suscitare più di qualche perplessità, a fronte di larghi tratti completamente ingialliti, che si trattasse del ciglio stradale o di piccole scarpate a ridosso della carreggiata. Molti mugugnavano per questioni di carattere estetico, ma parecchie perplessità riguardavano anche l’uso sempre più esteso della chimica anche per questioni dove le alternative non mancano.
Nel caso della Provincia di Udine, che gestisce circa 1.300 chilometri di strade, il ricorso al diserbo chimico è limitato all’uso puntuale attorno ai sostegni dei guard-rail, dove le operazioni di sfalcio sono più impegnative e soltanto in tratti esterni ai centri abitati. Si tratta di disseccanti fogliari in terza categoria di pericolosità e come tali utilizzabili senza l’apposito patentino, applicati mediante irroratori azionati a mano dal personale. Altrimenti si fa largo ricorso a sistemi meccanici, mediante l’utilizzo di apposite frese montate su trattori dotati bracci snodati.
Se piove sono guai
Anzi, in futuro il ricorso ai sistemi meccanici sarà sempre più esteso, anche perché le normative al riguardo stanno cambiando continuamente, anche se in alcuni casi le condizioni di elevata piovosità che caratterizzano la nostra regione rendono lo sfalcio problematico: non solo quando piove non si può tagliare l’erba in quanto non si riesce a soffiarla via dalla sede stradale rendendola viscida, ma l’erba prospera e rende necessari interventi più ravvicinati dello sfalcio con l’inevitabile aumento dei costi.
“Gli erbicidi utilizzati in modo massiccio ovunque – spiega Andrea Peruzzi, Ordinario di Meccanica agraria e meccanizzazione agricola del Dipartimento Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’ Università di Pisa – sono sostanze tossiche e nocive, causa di patologie gravissime per gli esseri umani (specialmente per i bambini) e per gli animali. Eppure, l’alternativa esiste ed è basata sulla gestione non chimica delle ‘erbacce’ che è molto efficace, come dimostrano i risultati ottenuti in più di venti anni dal nostro gruppo di ricerca. Un massiccio e spesso inefficace utilizzo dei diserbanti, interessa anche i contesti urbani e periurbani (marciapiedi, superfici inghiaiate, murature, piste ciclabili, parchi giochi) nei quali il controllo delle malerbe si rende necessario per molte ragioni, tra cui è possibile ricordare il senso di degrado e le limitazioni alla fruizione delle superfici ‘infestate’, il deterioramento di materiali e manufatti provocato dalle radici, l’occlusione delle reti di scolo, l’emissione di pollini molto dannosi per soggetti allergici e asmatici”.
Tecnologie innovative
“Oggi è possibile e vantaggioso – conferma Peruzzi -, da un punto di vista tecnico ed economico, ricorrere a strategie e a macchine appositamente realizzate per poter gestire le malerbe con mezzi fisici, ossia con sistemi meccanici e termici. A tale riguardo, il gruppo di ricerca che coordino svolge da molti anni un intenso lavoro di ricerca su queste tematiche che si è concretizzato nella realizzazione di una serie di macchine semplici e poco costose, che attuano azioni di tipo meccanico (mediante lame, denti, spazzole, etc.) e termico (mediante fiamma libera, vapore o altro) in grado di controllare le infestanti”.