‘Sos Salva Oceano Subito’. E’ il titolo della conferenza che si è tenuta ieri al polo universitario di Santa Chiara a Gorizia. Organizzata in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, ha affrontato, in maniera molto forte, il degrado che imperversa nei mari e negli oceani di tutto il mondo, per colpa di plastiche, microplastiche e nanoplastiche, di dimensioni di un milionesimo di millimetro, provenienti in gran parte dalla terraferma e, quindi, dalle nostre città. Non solo bottiglie e altri oggetti, ma anche residui di cosmetici e fibre di vestiti. Negli oceani si trovano isole di plastica che, sommate tutte assieme, coprono la superficie dell’intera Manhattan con uno spessore di 70 metri.
Milioni di tonnellate di rifiuti di plastica inquinano mari e oceani, provocando gravissimi danni all’ecosistema e alla catena alimentare di pesci e uccelli marini che ingeriscono le plastiche. Catena alimentare al cui vertice si trova l’uomo. Si è discusso, inoltre, dell’eccessivo sfruttamento ittico e della pesca illegale, che gravano ulteriormente su questo delicato ambiente subacqueo; si stima che, nel 2048, non ci sarà più pesce da pescare.
Durante il dibattito si è parlato anche dei rimedi da attuare per arginare e attenuare questa grave forma di inquinamento a opera dell’uomo. Rimedi che vanno dalla riduzione dell’uso della plastica usa e getta, a una corretta raccolta differenziata, all’istituzione di aree marine protette che, a differenza di quanto dicono certi economisti, portano beneficio all’economia locale e non solo.
“Gli argomenti della conferenza erano molto interessanti – rilevano i rappresentati dell’associazione isontina Ambiente 2000 – ma purtroppo la partecipazione era limitata agli studenti universitari, come se si trattasse di una normale lezione di un corso di biologia marina. Peccato, perché sarebbe stata un’occasione per far conoscere anche al pubblico temi così importanti”.