Una campagna per sensibilizzare le istituzioni europee sull’importanza non solo del ‘Made in Italy’ ma soprattutto sulla qualità e la genuinità dei numerosi prodotti che le varie zone dello Stivale quotidianamente producono e propongono ai propri clienti. Questo, in estrema sintesi, il messaggio che Coldiretti, anche tramite ‘Campagna Amica’, vuole mandare fino a Bruxelles. Una tutela sia per il produttore che per il consumatore: il primo per vedersi difesa la filiera produttiva e la fonte di sostentamento, il secondo per la qualità e la sicurezza di vedersi arrivare nel piatto di casa un prodotto sano e genuino.
“Stop cibo anonimo”, questo il nome dato alla raccolta firme, per la provincia di Gorizia è partito proprio ieri da Monfalcone, “città non agricola”, come spiega il sindaco, Anna Maria Cisint, “è una città che però ospita nella piazza Falcone e Borsellino, uomini simbolo della legalità, questa importante iniziativa per difendere il consumatore ma anche il made in Italy”.
“Una raccolta firme a livello nazionale ed europeo con la quale Coldiretti e fondazione Campagna Amica chiedono all’Ue che metta mano all’etichettatura dei prodotti in modo che il consumatore sappia quello che acquista” spiega Angela Bortoluzzi, presidente provinciale della Coldiretti Gorizia, “dove viene prodotto e che origine abbia l’alimento che consuma. Una tutela per gli agricoltori perché il valore del falso made in Italy è cresciuto del 70% negli ultimi dieci anni, e si attesta a circa cento milioni di euro. Ma soprattutto per il consumatore che deve poter avere la scelta di quanto acquista, perché il falso spesso è prodotto con materiali scadenti se non spesso tossici” conclude Bortololuzzi.