E’ entrata nel vivo la Settimana Santa e alle frontiere i transiti di camion carichi di agnellini non si contano. Ma è cambiata nettamente la modalità con la quale la carne tanto ricercata in questo periodo arriva nella nostra regione.
Se fino a qualche anno fa l’arrivo di animali vivi superava di molto quello di capi macellati, ora la tendenza si è invertita. Chi alleva e poi mette in vendita l’agnello preferisce cedere all’acquirente carne già macellata e pronta per essere trasformata.
I cuccioli di pecora arrivano prevalentemente dalla Sardegna, dai Paesi dell’Est Europa, come Ungheria e Polonia, ma anche dall’Inghilterra. Come riferiscono dalla Polizia di Frontiera di Gorizia le cosidette ‘rotte degli agnelli’ si sono spostate. Quando c’erano i confini, al valico di Sant’Andrea in questo periodo si registrava un passaggio eccezionale di capi, mentre negli ultimi giorni non si sono segnalati passaggi.
Questo tipo di traffico, negli ultimi anni, si è concentrato nella zona confinaria di Trieste. Ma, come detto, il mittente preferisce procedere alla macellazione prima del trasporto. Da segnalare, poi, che in regione non esistono più macelli autorizzati. Le strutture più vicine si trovano in Slovenia, nelle Marche e in Abruzzo.
“Con questa modalità”, ci ha spiegato un veterinario in pensione, “si evitano i costi di trasporto condizionati dal benessere animale che, altrimenti, farebbe schizzare all’insù il prezzo per il consumatore finale”.
Al confine di Trieste i mezzi sono controllati in maniera meticolosa con la verifica della documentazione di accompagnamento del carico e un controllo a campione degli animali.