Tutti più generosi, ma occhio ai furbi – Sotto le feste fioriscono le iniziative benefiche e i banchetti per strada, ma per non disperdere i fondi in mille rivoli o, peggio, per evitare di farli finire nelle tasche dei truffatori servono un po’ di attenzione e la voglia di informarsi
Sarà perché man mano che si avvicina Natale ci sentiamo più generosi, ma è impossibile non notare che si stanno moltiplicando banchetti e spot per raccogliere fondi per le cause più disparate. I friulani non si tirano certo indietro. La solidarietà sanno declinarla in mille maniere, lo dimostrano le migliaia di persone che prestano servizio come volontari nelle numerose associazioni presenti sul territorio. Tuttavia, per molti una donazione anche modesta rappresenta un buon modo per dare una mano. In tanti non esitano a mettere mano al portafoglio, soprattutto quando si tratta di far fronte a calamità naturali. Non traggano in inganno i dati riportati in questa pagina sulla destinazione dell’8 per mille e sulle donazioni a favore di istituzioni religiose, Onlus e partiti, che appaiono decisamente risicati, perchè molti friulani donano senza pensare troppo ai beenfici fiscali.
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Diagnosi: macchine sotto stress o dimenticate – Utilizzo a macchia di leopardo delle attrezzature mediche per gli esami di risonanza magnetica e Tac. E così, le liste di attesa non calano
Sono anni in cui la spesa sanitaria dell’intero Paese e di ogni Regione va riorganizzata, non solo nell’ottica del risparmio, ma anche del mantenimento di un livello di servizi soddisfacenti per i cittadini. Da tempo, l’amministrazione del Friuli Venezia Giulia è impegnata nel percorso di razionalizzazione del sistema sanitario, come delineato dalla legge regionale 17/2014 che ha ‘cambiato volto’ alla Sanità del nostro territorio. Tra gli obiettivi precisati, si punta a migliorare efficacia ed efficienza – sia in termini di alti livelli di assistenza, sia dal punto di vista qualitativo – e a ridurre gli sprechi.
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Testimone di guerra – A vent’anni dalla fine del conflitto jugoslavo, Sergio Canciani spiega cosa sta succedendo oggi nello scacchiere balcanico
Vent’anni fa, più o meno in questi giorni, il mondo tirava un sospiro di sollievo: gli accordi di Dayton avevano messo fine alla guerra in Bosnia Erzagovina, l’ultimo dei conflitti che insanguinarono i Balcani tra il 1991 e il 1995. Lo spirito comune, di fronte alla guerra tornata in Europa, era che, fortunatamente, si era riusciti a porre termine ai combattimenti e a riportare la pace. Ma cosa è cambiato in questi 20 anni?
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Più Pil per tutti: scoppia la guerra delle cifre – Economia Fvg in crescita, come dice la Regione, o in declino, come sostiene l’Istat? L’assessore Peroni dipinge una situazione in ‘miglioramento tendenziale’, ma arrivano le bordate dell’opposizione, che mette in dubbio la bontà della ‘cura Serracchiani’
“Va bene che i numeri talvolta sono ballerini, ma come è possibile che la congiuntura annuale del Pil regionale possa essere descritta dalla Regione e dall’Istat con oltre due punti di differenza percentuale?” si chiedeva in un recente incontro pubblico (ripreso sullo scorso numero de ‘Il Friuli’) l’economista Fulvio Mattioni, attento osservatore delle dinamiche relative alla spesa pubblica regionale.
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Crisi delle banche: noi ‘copriamo’ i loro buchi – Per salvare Banca Marche, Etruria, CariChieti e CariFerrara, le Bcc della nostra regione dovranno rinunciare al 17 per cento degli utili 2014, togliendo ‘ossigeno’ a imprese e famiglie. Addio ai risparmi di 130mila italiani. E nel 2016 arriverà il ‘bail-in’
Il decreto ‘salva banche’, deliberato dal governo il 22 novembre e con il quale è stata risolta la crisi quattro istituti di credito (Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche, Banca dell’Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio di Chieti), ha scontentato un po’ tutti. Per evitare che a coprire i buchi – stiamo parlando di 3,6 miliardi di euro e di 400 milioni di ulteriori garanzie – fossero i contribuenti, è stato deciso che a metterci i soldi dovessero essere da una parte gli altri istituti privati, dall’altra oltre 100mila famiglie, i cui risparmi investiti in azioni e obbligazioni legate alle quattro banche dissestate e commissiariate sono stati azzerati.
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Sì alle cantoniere, ma senza cantonate – La proposta del ministro Franceschini di riconvertirle in ostelli o trattorie è accolta favorevolmente dalla Regione. Ma lo stato di degrado in cui si trova la maggior parte di esse impone prudenza. L’assessore Santoro: “Ci siamo già passati con le caserme”
Un’opportunità di sviluppo turistico o l’ennesimo sogno da mettere nel già intasato cassetto degli italiani? Poco più di un mese fa, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha affermato che le vecchie case cantoniere, oggi abbandonate e inutilizzate, saranno riconvertite in funzione del turismo sostenibile. Il ‘brand’ c’è così come la capillarità sul territorio. Sul suolo italico, ci sono 1.600 case cantoniere che, mantenendo le loro caratteristiche originarie, possono cambiare vita e diventare punti di ristoro e di accoglienza per i turisti della mobilità dolce. Ma nel disegno globale, c’è anche la possibilità di affidarle a privati che potrebbero valorizzarle con lo scopo di farne ostelli, trattorie o luoghi dove aggiustare le biciclette, soprattutto dove passano i cammini spirituali.
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Politici udinesi: sul Web non se li ‘fila’ nessuno – Open Municipio – Le strategie e le lotte di palazzo appassionano poco o nulla gli internauti della città: pochissimi i cittadini che ‘monitorano’ i propri rappresentanti. Ecco i consiglieri che più si danno da fare
L’attività dei politici cittadini? Almeno sul Web, non interessa a nessuno o quasi. A dirlo sono i dati di palazzo D’Aronco pubblicati su Open Municipio, piattaforma legata a Openpolis (celebre per le tante statistiche che riguardano il Parlamento). Per rendersene conto è sufficiente considerare quante persone seguono l’attività dei vari consiglieri e assessori udinesi. Nel complesso, i nostri amministratori contano 174 ‘monitoraggi’ da parte dei cittadini (ovvero, numero di persone che si tengono costantemente e automaticamente informati sulle loro attività): 75 per la giunta, 99 per il Consiglio.
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Benvenuti a Torre, il borgo dei campioni – Pordenone – Il quartiere più popolato del capoluogo ha sfornato una serie di sportivi di successo: dalla medaglia d’oro della canoa ai talenti di pesistica, pattinaggio, basket e atletica
Torre è il quartiere più antico e popoloso di Pordenone (circa 9.000 abitanti). Deve il suo nome alla torre-castello che, dall’alba dei tempi, sorge sopra un piccolo rilievo sulle sponde del Noncello, il fiume di risorgiva che nasce poco più a Est e che storicamente ha fatto la fortuna della stessa Pordenone.
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Città in letargo? Suona la sveglia dei più giovani – Gorizia – Tante le iniziative organizzate dai ragazzi per il Dicembre Goriziano. Una su tutte, la ‘discoteca silenziosa’
Ha un volto giovane, quest’anno, il Dicembre Goriziano. Già, perché in una città definita un po’ da tutti ‘vecchia’ e ‘addormentata’ – molto spesso a torto -, da tempo ormai i ragazzi sono protagonisti in prima persona degli eventi che animano il calendario del capoluogo isontino. E non solo come fruitori, ma anche e soprattutto come organizzatori e ideatori.
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“Voglio lasciare la mia storia ai giovani” – Boris Pahor, scrittore sloveno in Italia, a 102 anni dialoga con sei diciottenni sulla vita, l’identità, i segni del passato e le prospettive per il futuro
La storia non si tramanda solo attraverso i libri. Anzi, l’incontro diretto con i testimoni, ancor più se di spessore culturale, lascia un’impronta indelebile nella memoria.
Tra febbraio e aprile 2014 Sharon, Sofia, Alexa, Mila, Lorenzo e Matteo, allora allievi dell’Istituto Magrini Marchetti di Gemona, hanno dialogato con Boris Pahor – un’anima più che centenaria, lucidissima, straordinariamente vitale – in tre incontri svoltisi nella Casa della cultura di Prosecco.
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