Quando la setta diventa una famiglia modello – In caso di separazione, può succedere che un genitore allontani il figlio dall’ex coniuge, mettendo in atto dinamiche simili a quelle dei gruppi manipolativi o del bullismo
Per raggiungere i propri obiettivi, c’è chi non solo passerebbe sopra la propria madre, ma anche sopra un figlio. Accade quando una coppia si separa e il minore diventa lo strumento, per ottenere vendetta, o soldi. Come spiega l’avvocato Teresa Dennetta (vedi articolo sotto), “i rapporti sono monetizzati” e ottenere benefici economici è più importante che far vivere serenamente il proprio bambino.
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Costo della vita: Gorizia prima per risparmio – In base a otto indicatori il capoluogo isontino è la città nella quale il potere d’acquisto di una famiglia è più alto. Udine e Trieste si giocano la ‘maglia nera’
La regione è la stessa. La vita (o, meglio, il costo della vita) è però molto differente da un territorio all’altro. Soprattutto da un capoluogo all’altro. Ma quanto? Per capirlo, abbiamo considerato otto indicatori relativi alle spese che tutte le famiglie devono sostenere e li abbiamo ‘calati’ nelle quattro città. Come riferimento abbiamo preso un nucelo familiare, composto da due genitori entrambi lavoratori e da un figlio, che abita in una casa (di proprietà o in affitto) di 100 metri quadrati.
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Europa e Italia: ultima chiamata – Per Arduino Paniccia lo scenario internazionale si fa sempre più complesso, tra un’Ue debole e il nostro Paese, che potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano nel Mediterraneo, ma tentenna. Chi gioca in attacco, invece, è la Russia di Putin, che sfida l’Isis. E intanto i cinesi… >> di valentina viviani
Che la politica internazionale non sia un gioco da bambini, lo sanno tutti. A capirci davvero qualcosa, però, sono in pochi, visti i continui e repentini cambiamenti di scenario e i precari equilibri che caratterizzano il momento attuale. A rendere più nitida l’immagine ci aiuta Arduino Paniccia, analista di strategia militare e di geopolitica, un esperto a livello italiano e internazionale, per molti anni docente all’Università di Trieste.
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Specialità Fvg, una Catalogna …alla rovescia – Se a Barcellona i partiti si sono trovati indipendentisti per forza, in regione rischia di accadere il contrario. Sul futuro, nel Pd e nel Carroccio la confusione regna sovrana
L’anno scorso, di questi tempi, tutti gli autonomisti guardavano con attenzione al referendum scozzese che per un pelo non sancì l’indipendenza da Londra. Oggi si assiste alla vittoria dei catalanisti alle regionali e, per tutti coloro che aspirano all’autogoverno, ritorna in agenda la necessità di individuare formule istituzionali e politiche innovative da distillare al più presto. Se in quei contesti evoluti, però, l’ambizione è quella di far crescere l’autonomia a oltranza, qui da noi l’obiettivo più alto appare invece quello di preservarla entro gli standard che in mezzo secolo di esercizio hanno garantito a questa Regione una situazione di benessere che, altrove, appare un privilegio.
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Uti: disorganizzate alla meta – Entro tre mesi le Unioni dovranno essere operative, ma ci sono da mettere a punto molti dettagli, dalla nomina dei dirigenti al distaccamento dei dipendenti comunali
Mancano tre mesi all’avvio delle Unioni territoriali intercomunali (Uti), ma più si avvicina questo traguardo, più crescono le preoccupazioni che questa riforma, definita da molti epocale, resti impantanata in una serie di questioni di carattere politico e tecnico. Perché il primo gennaio, quando le 17 Uti apriranno i battenti, non è del tutto certo se sarà chiaro chi farà cosa e a chi dovrà rendere conto. Parliamo dei dipendenti comunali destinati ai vari uffici e a chi dovrà dirigere i settori le cui competenze passeranno di mano dai municipi alla nuova “creatura”.
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Migranti: due milioni di euro per i minori – Ecco quanto sarà speso nel 2015 a Udine per la settantina di ragazzi stranieri non accompagnati individuati dalle forze dell’ordine nel territorio comunale
Un ‘conto’ da 844mila euro per il primo semestre dell’anno, ai quali si aggiungono 1,06 milioni di euro previsti per i successivi sei mesi, per un totale di circa 1,9 milioni. E’ questa la cifra che sarà spesa, e in parte lo è già stata, in Comune di Udine per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati ed entrati clandestinamente in Italia, indiviuduati nel territorio cittadino. A dirlo è una determina degli uffici di palazzo D’Aronco, con la quale il municipio ha introitato quasi mezzo milione proveniente dal ministero dell’Interno, e che stima di quasi 600mila euro la seconda ‘tranche’, per sostenere parte dei soldi imiegati dalla città. In attesa dei contributi regionali che, nel prossimo futuro, andranno a coprire il resto della spesa.
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Molte promesse e pochi fatti – Tolmezzo – L’ex sindaco Dario Zearo boccia l’operato del suo successore, perché incapace di dare contenuto agli slogan della campagna elettorale
Bocciato su tutta la linea, dal mancato mantenimento delle promesse fatte in campagna elettorale alla semplice gestione dell’ordinario. Dario Zearo, capogruppo di opposizione in Consiglio comunale e predecessore del sindaco Francesco Brollo, è tutt’altro che benevolo nel valutare l’operato dell’attuale primo cittadino alla guida del municipio di Tolmezzo da quasi un anno e mezzo.
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Terre civiche sotto ‘esproprio’ – Muzzana – Dal 2 al 4 ottobre si celebra la quinta festa delle proprietà collettive, sulle quali è in corso un duro scontro tra chi vuole riaffidarle ai cittadini e i Comuni che non vogliono perdere i proventi
Tanto antiche quanto contese. Sulle proprietà collettive esistenti in regione, migliaia di ettari di boschi, pascoli, aree coltivabili e aree umide, mancano dati precisi; sono certe, invece, le polemiche per come sono gestite.
Da venerdì 2 a domenica 4 ottobre, a Muzzana del Turgnano, il Coordinamento delle Proprietà collettive, in collaborazione con il locale municipio, ha organizzato la quinta Festa regionale per far conoscere all’opinione pubblica l’importanza di questo patrimonio sulla cui consistenza e fruizione è in corso una discussione piuttosto aspra.
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La Coop friulana che fa felici i soci (e salva gli altri) – Casarsa – La società, nata quasi un secolo fa, non solo resiste alla crisi del settore, ma sta anche rilevando i punti vendita di altre realtà finite nei guai. Ora c’è l’interesse per lo storico negozio di Spilimbergo
Si avvia verso il secolo di vita – mancano solo 4 anni – ed è rimasta l’unica cooperativa di consumo con la testa in Friuli, dopo le vicende negative che hanno caratterizzato Coop Carnica e Operaie di Trieste. Di più, la Coop Casarsa ha addirittura salvato alcuni punti vendita delle ex concorrenti, mantenendo il servizio in piccoli paesi e salvando diversi posti di lavoro. Un caso assolutamente particolare nel panorama regionale, che dimostra come la buona gestione, anche in realtà medie come questa, alla fine faccia la differenza. Nata come spaccio paesano, Coop Casarsa è cresciuta negli anni, innovandosi ma mantenendo sempre viva quella scintilla solidaristica iniziale e la sua vocazione di ‘negozio di paese’, pur essendo ormai un gruppo cooperativo interregionale.
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Stazione: in carrozza, ma non in carrozzina – Pordenone – Al parcheggio Candiani ci sono uno stallo riservato alle neomamme e l’ascensore che porta al tunnel sotterraneo. Ma ai binari ci si arriva solo salendo una ripida rampa di scale
In carrozza! Ma non in carrozzina. E nemmeno con il passeggino. La stazione dei treni di Pordenone rimane di difficile accesso per chi ha problemi di mobilità, siano essi disabili, anziani o mamme che si trovano da sole a spingere il passeggino.
Il problema non è nuovo ma, benché il tempo passi, non trova soluzione. I disabili sono certo i più colpiti, perché allo stato attuale non possono raggiungere autonomamente il binario, soprattutto il secondo, che si trova nel bel mezzo di due lunghe e ripide rampe di scale. E non è cosa da poco, visto che lì arrivano tutti i treni da Udine e partono tutti quelli in direzione Venezia: decine di corse al giorno.
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